martedì 21 settembre 2010

dioniso

L'altro giorno sono tornato a mangiare al ristorante greco "Dioniso", che si trova in via San Gallo 16/r. Era da tanto che non ci andavo e, dato che si trova vicino al mio ufficio, ho approfittato della pausa pranzo per tornarci.
Mi piace molto l'ambiente, informale e caldo, con le pareti di un bell'azzurro mare tappezzate di poster e quadri riferiti a personaggi famori come la Callas e Onassis, oppure a film mitici come Zorba il greco.
A pranzo offrono quattro menù fissi a 9 €, acqua compresa, che variano tra tipologie vegetariane e con carne o pesce. Si possono assaggiare tutti i piatti tipici greci, dalla mussaka al dolmadakia, dai ghiros ai suvlaki, dalle polpettine di ceci e carne ai formaggi tipici come la feta, il tutto accompagnato dall'immancabile tzatziki, la salsina di yogurt, cetrioli e aglio e dalla pita (il pane).
Il servizio è veloce e cordiale. La cucina però non è delle più leggere, quindi a pranzo risulta un po' pesante; comunque è molto gustosa ed i piatti sono cucinati bene. Anche il vino è greco ma stavolta non l'ho preso sennò poi al lavoro mi addormentavo davvero.
La sera è sempre strapieno di gente e conviene prenotare; possibilmente è preferibile andarci tra settimana.
Io ci torno di tanto in tanto e mi trovo sempre bene.

martedì 14 settembre 2010

Osteria dell'Arancio a Grottammare

Situato nella caratteristica piazza Peretti di Grottammare alta questo bel locale mantiene la cura nell'arredo da osteria ma presenta un menù con portate ricercate ed accostamenti innovativi. Ci accomodiamo in una saletta interna ed il servizio è veloce ed accurato. Esistono un menù degustazione a 32 € (vino escluso) ed un menù alla carta. Chiediamo se è possibile avere una fettina alla griglia per la bimba (fuori menù) e ci servono un bel filetto con patate, forse solo un po' troppo cotto ma buono. Io ho preso il menù degustazione che comprendeva: petto di faraona con funghi, rigatoni alla carbonara e tartufo nero, maialino da latte arrosto e dolce a scelta. Mia moglie ha invece scelto un antipasto con salmone affumicato con lampone (che in realtà non sembrava esserci) e perle di balik (uova di salmone) ed una zuppa di fagioli e cozze.
Tutto molto buono anche se le porzioni sono piuttosto scarsine (tipiche dei locali che presentano una cucina chic). Nota di merito per il petto di faraona e per la zuppa. Unico neo il maialino arrosto servito con i sottaceti.... non ho capito cosa ci incastrano!!!!
Da bere abbiamo preso due calici di vino, un rosso locale per me ed un bianco abruzzese per lei (6 euro cadauno). La carta dei vini è sicuramente il vanto del locale, e ne hanno ragione; vini di altissima qualità ma prezzi che necessitano di portafoglio bello gonfio. Buona la scelta del vino "al calice" che ti permette di bere bene senza spendere cifre folli.
Tutto sommato la cena è stata ottima. Peccato che arrivati al dolce ci hanno fatto aspettare mezz'ora per l'ordine e poi almeno 20 minuti per servirlo (la cameriera si è scusata dicendo che il tortino al cioccolato lo fanno al momento per servirlo ben caldo); comunque buonissimo ma microscopico: tortino al cioccolato di 5 cm di diametro con cucchiaino di gelato alla banana, servito su un piattone gigante!!! Io sinceramente non riusciro mai a capire questa mania di servire porzioni piccole su piatti grandi!!!
Il caffè è veramente squisito, mi piace sottolinearlo perchè troppo spesso nei locali si tralascia quello che è l'ultimo servizio offerto.
Il ristorante si colloca nella fascia di prezzo medio alta. Sicuramente adatto alle coppiette in quanto si inserisce in una location molto romantica, da provare senz'altro!!

week end in terra di Marche e Abruzzi

Questo fine settimana abbiamo fatto una mini vacanza a Grottammare, provincia di Ascoli Piceno. Si trattava, per me, di territori sconosciuti, mai visitati prima. L'occasione per andarci me l'ha fornita il mio amico Paolo, che insieme a Lorena ha avuto la bella idea di mettere al mondo due magnifici gemellini, Anna e Tommaso, nati lo scorso 31 maggio (per l'appunto sotto il segno dei gemelli).
Siamo partiti venerdì scorso ed abbiamo fatto un viaggio tranquillo attraversando il Col Fiorito (la strada che da Perugia/Foligno va verso Macerata). Siamo arrivati a Grottammare nel primo pomeriggio; avevamo prenotato un bed&breakfast nel paese alto, arroccato su un colle che domina il mare, che già dal nome, "La Torretta sul Borgo", evocava un fascino particolare. Al di là della difficoltà a trovarlo, perché situato in un dedalo di viuzze strette ed impraticabili con la macchina, il posto è davvero suggestivo: un edificio completamente ristrutturato pochi anni fa ma con una particolare attenzione ai materiali ed alle finiture; cinque camere con bagno molto carine e confortevoli; i gestori (madre e figlio) molto gentili e disponibili; una ricca colazione di dolci fatti in casa; ecco tutto ciò che offre questo delizioso posto, ad un costo anche accessibile, 85 euro per la tripla (matrimoniale più lettino).
Il paesino antico è veramente bello; una piazzetta dove si trova la chiesa ed il palazzo intitolato a papa Sisto V, che qui ebbe i natali; una terrazza panoramica con torrioncino caratteristico, una vista mare splendida, ed una serie di vicoletti molto caratteristici, con abitazioni ben tenute, molte anche ristrutturate di recente, senza traffico (perchè le macchine non ci entrano da quanto le strade sono strette) e con quella apparente calma vita di un borgo antico.
In uno di questi vicoletti c'è una bottega che profuma di antico, si chiama Argyla; Giancarlo Livori e Yvonne Rosetti creano oggetti in ceramica, unici e particolari, uno diverso dall'altro, lavorando la materia con una tecnica particolare, molto antica. Date un'occhiata al sito e, se passate da quelle parti, fateci una visita perché vale la pena.
Ci sono ovviamente anche un paio di ristorantini, il Borgo Antico e l'Osteria dell'Arancio. La prima sera abbiamo dato un occhiata da fuori ad entrambi: il primo si presenta con apparecchiature eleganti, sedie foderate ed un menù di fascia medio-alta; il secondo si presenta con tavoli in legno e tovaglietta di carta, sedie variopinte e diverse tra loro, ambientazione rustica.
Abbiamo optato per quest'ultimo pensando che fosse più "alla mano". Niente di più sbagliato!!! Comunque in quest'altro post ne parlo più in dettaglio.
La giornata di sabato l'abbiamo dedicata alla visita di due paesini caratteristici dell'entroterra marchigiano: Offida e Ripatransone.
Offida è forse più reclamizzato ed ha una piazza centrale molto bella, di forma triangolare con un lato occupato dal Palazzo comunale con un bel porticato, un lato dove c'è la chiesa della Collegiata ed un vertice con la Chiesa dell'Addolorata; da vedere anche il anche la Chiesa di S. Maria della Rocca situata all'estremo sud del paese su una rocca che domina la vallata circostante.
Ripatransone è invece un borgo molto caratteristico, di origine medievale, che sorge su un crinale che domina due vallate parallele, a pochi chilometri dal mare, ben visibile dalla terrazza nella piazzetta del Municipio. La via centrale conserva le caratteristiche storiche dell'epoca, con le facciate in mattoni facciavista ed alcuni angoli veramente carini; il Palazzo vescovile e la Cattedrale di San Gregorio ne costituiscono il fulcro principale. Il paese detiene anche un curioso record: il vicolo più stretto d'Italia, largo appena 40 centimetri, ci si passa veramente precisi. Qui abbiamo pranzato nell'Osteria caffé Rosati, lungo la via centrale, un piccolo locale che offre pochi ma buoni piatti per un pranzo veloce.
La sera invece siamo andati a passeggio sul lungomare di Grottammare che si presenta con il classico struscio della località marittima, sul quale si affacciano tutti gli stabilimenti balneari (qua li chiamano chalet), molti dei quali hanno anche ottimi ristoranti di pesce. Fra tutti segnalo lo Chalet Baloo, dove abbiamo mangiato del pesce buonissimo a prezzi veramente concorrenziali (per lo meno per le mie abitudini): antipasti a 5 euro e grigliate di pesce a 18 euro non sono certo prezzi a cui sono abituato. Ottima cena e pure abbondante per la modica cifra di 50 € in tre.
La domenica invece abbiamo visitato Giulianova, dove abitano i miei amici. E' una località di mare molto bella, con un lungomare ampio e spazioso, costeggiato da una pista ciclabile che, mi dicono essere lunga tutto l'Abruzzo. La spiaggia è molto ampia e gli ombrelloni ho visto che sono posizionati in file molto ben distanziate.
Per pranzo siamo saliti nella parte vecchia della città, situata sull'altura soprastante, dove si trova anche il bel Santuario di Maria Santissima dello Splendore. Il ristorante Bellavista è un locale che, come dice il nome, si affaccia sul panorama della cittadina; si mangia bene ed è stato un pranzo piacevole; per chi volesse saperne di più qui c'è il sito web.
Una bellissima giornata di mare ed una piacevolissima compagnia. Paolo e Lorena, con i loro bellissimi gemellini, ci hanno dato un motivo per visitare una bella località e chissà che magari non si decida di trascorrerci anche una vacanza lunga prima o poi.
Ieri invece, sulla via del ritorno, abbiamo fatto sosta nella zona industriale di Macerata e dintorni, dove i calzaturifici la fanno da padrone: Tod's dei miei "cari amici" Della Valle, stabilimento con show-room bellissimo in località Casette d'Ete; Fabi, altrettanto bello e "caro" in località Villa San Filippo; Nero Giardini a Monte S. Pietrangeli e infine Santoni a Corridonia. Ce ne sono ovviamente molti altri e probabilmente questi sono anche più cari della media però ci sono in vendita gli articoli di campionario che hanno dei fortissimi sconti (anche oltre il 50%) per cui vale la pena farci un giro: con un centone si possono acquistare scarpe che ne costano per lo meno 200-250.
Rientro a casa ieri sera nel diluvio universale!!! Tanto per finire in bellezza.
Insomma una mini-vacanza all'insegna di mare, borghetti caratteristici, shopping, cibo e visite amichevoli.... un concentrato davvero piacevole.

venerdì 3 settembre 2010

reminescenze

Facendo un po' di pulizia tra i vecchi file del pc è saltato fuori questo piccolo testo, datato settembre 2002, all'alba della rinascita della mia amata Fiorentina.
Copio e incollo par pari:

MAGIE VIOLA
Settembre... domenica...
Una domenica come tante, eppure diversa. La domenica della rinascita.

Sono passati quindici mesi, tristi e difficili, in cui è successo il peggio di tutto; in cui abbiamo toccato il fondo e scavato ancora di più; ma adesso è giunta l'ora di risalire, finalmente è arrivato il momento di rientrare allo stadio.
I rituali di preparazione tornano a ripetersi con la stessa sequenza... jeans, scarpe da ginnastica, maglietta viola, sciarpa annodata al collo, occhiali da sole e cappellino... sono pronto.
La strada è ancora memorizzata nel cervello, il motorino va da solo. Durante il tragitto verso il Campo di Marte un groviglio di pensieri e sensazioni si rincorrono, nello stomaco e nella testa, non riesco a decifrarle. Seguo il fiume di persone che convergono tutte verso un unico punto. Oltrepasso i cancelli come un automa, un occhiata ai gadget, un cartoccio d’acqua, gesti meccanici ripetuti un’infinità di volte.
Poi la magia… mi volto a guardare la curva, la mia curva, già piena, come sempre, più di sempre. Un brivido lungo la schiena, gli occhi che brillano… sono di nuovo lì.
Credevo di aver perso l’entusiasmo del tifoso, ammazzato da un anno e mezzo di soprusi e rospi ingoiati, tribunali e facce da galera, invece lo avevo semplicemente riposto in un angolo... ma era lì, pronto a riemergere.
Ed è riemerso, bello e violento come la prima volta, in un lontano pomeriggio del ’76, il mio battesimo, il mio debutto; un ricordo ingiallito dal tempo… una Opel Kadett giallo oro che sfreccia lungo i viali, in direzione Campo di Marte... un uomo e suo figlio che vanno verso lo stadio, per un rito di iniziazione che si tramanda da una generazione all’altra… non c’è problema per parcheggiare, non ci sono vigili che ti bloccano un chilometro prima, si parcheggia nei viali circostanti, in seconda, terza o quarta fila, non c’è problema… lo stadio che sembra gigantesco, enorme… l’emozione palpabile di quella prima volta che si mescola alla gioia per la doppietta di un ragazzo biondo che gioca guardando le stelle... ricordi…

Sono passati più di venti anni ma l’emozione è ancora fortissima mentre salgo i gradoni e guardo le facce di chi, come me, è ancora lì, di nuovo presente; facce conosciute e facce nuove, riscaldate da un sole che splende alto e fa brillare il prato, quel prato verde che tante ne ha viste, che ha cresciuto tanti ragazzi sotto l’occhio vigile della torre di maratona.
Il prato… la torre… i miei riferimenti, le mie certezze, il mio posto ed il mio “amico dello stadio”. Ci siamo conosciuti qualche anno fa, in un periodo in cui i nostri sogni correvano dietro ad una criniera leonina che ondeggiava al vento e ci ritroviamo dopo un anno e mezzo di forzato esilio, ma non è una coincidenza; entrambi sapevamo, eravamo sicuri che ci saremmo ritrovati al solito posto.
Fuori dallo stadio ci frequentiamo molto di rado, per problemi logistici e soprattutto di distanza ma alla partita ci troviamo sempre insieme, in un sodalizio che dura da anni, in un’amicizia che è nata e cresciuta su quei gradoni, tra vittorie e sconfitte, in casa e in trasferta, Torino, Milano, Praga, Verona, Barcellona, Parma, Londra… Londra… Wembley… il tempio del calcio… siamo in tanti, cinquemila e forse più immortalati in una istantanea che ferma il tempo a quel giorno, a quell’ora, a quel minuto in cui Re Leone sfonda la porta avversaria… ricordi…

Sembra passato un secolo a ripensarci adesso, mentre partono i primi cori, con la voce che torna a confondersi in quel boato, in quei canti ancora impressi nella mente; le mani che accompagnano il ritmo dei tamburi. Il nostro inno cantato a squarciagola mentre i fumogeni velano il cielo terso. E poi sbucano loro, dal sottopassaggio undici ragazzi che sono lo specchio dei trentamila che li guardano, che li incitano e li applaudono, li accompagnano nel loro cammino.
Si comincia… c’è una sola squadra in campo che corre e gioca, gli altri sono solo comparse, vittime sacrificali; la maglia è bianca ma i miei occhi la vedono ancora viola, in attesa che torni ad esserlo davvero.
La guardo rapito, con gli stessi occhi del bambino di tanti anni fa che si faceva dire i nomi dei giocatori dal suo babbo... con gli stessi occhi con cui il ragazzo guardava quel ricciolino dalla faccia furba e dalle ginocchia di cristallo che prendeva palla a centrocampo, puntava dritto la porta, gli avversari come birilli, depositava la palla in rete e veniva a godersi l’applauso della curva... con gli stessi occhi che hanno visto nomi noti e meno noti e che hanno imparato a conoscerli e riconoscerli anche da lontano, solo dal fisico o da una chioma al vento.
Nomi che rimangono e rimarranno impressi nella memoria insieme a quelli, ancora sconosciuti e misteriosi che scendono in campo adesso.
Tra questi c’è un ragazzone con il numero nove sulle spalle, che salta più alto di tutti e di testa la prende sempre lui; e quando, dopo un quarto d’ora, la mette dentro e corre, le braccia al cielo, verso la curva, verso di noi, la gioia è incontenibile, come sempre, più di sempre.
La mente va indietro nel tempo, ad altri ragazzi che ci hanno fatto sognare e che ci hanno portato in alto e per un attimo sembra di esserci ancora… in alto. E forse è proprio così.
Sono passati quindici mesi e finalmente siamo rinati, siamo tornati tutti insieme a fare parte di qualcosa di bello, trascinati da una passione che ci accomuna e ci contraddistingue.
E’ cambiato il palcoscenico e sono cambiati gli attori ma il pubblico no, quello no.

Perché entrando dentro lo stadio provo ancora la stessa sensazione che provavo da bambino, mano nella mano con mio babbo, sento ancora gli stessi brividi che sentivo da ragazzo, ad ogni gol la gioia è immutata, ed è bello tornare a vivere ancora e di nuovo, tutti insieme, le stesse emozioni.

Settembre 2002
Prima domenica della rinascita