venerdì 3 dicembre 2010
martedì 21 settembre 2010
dioniso
L'altro giorno sono tornato a mangiare al ristorante greco "Dioniso", che si trova in via San Gallo 16/r. Era da tanto che non ci andavo e, dato che si trova vicino al mio ufficio, ho approfittato della pausa pranzo per tornarci.
Mi piace molto l'ambiente, informale e caldo, con le pareti di un bell'azzurro mare tappezzate di poster e quadri riferiti a personaggi famori come la Callas e Onassis, oppure a film mitici come Zorba il greco.
A pranzo offrono quattro menù fissi a 9 €, acqua compresa, che variano tra tipologie vegetariane e con carne o pesce. Si possono assaggiare tutti i piatti tipici greci, dalla mussaka al dolmadakia, dai ghiros ai suvlaki, dalle polpettine di ceci e carne ai formaggi tipici come la feta, il tutto accompagnato dall'immancabile tzatziki, la salsina di yogurt, cetrioli e aglio e dalla pita (il pane).
Il servizio è veloce e cordiale. La cucina però non è delle più leggere, quindi a pranzo risulta un po' pesante; comunque è molto gustosa ed i piatti sono cucinati bene. Anche il vino è greco ma stavolta non l'ho preso sennò poi al lavoro mi addormentavo davvero.
La sera è sempre strapieno di gente e conviene prenotare; possibilmente è preferibile andarci tra settimana.
Io ci torno di tanto in tanto e mi trovo sempre bene.
Mi piace molto l'ambiente, informale e caldo, con le pareti di un bell'azzurro mare tappezzate di poster e quadri riferiti a personaggi famori come la Callas e Onassis, oppure a film mitici come Zorba il greco.
A pranzo offrono quattro menù fissi a 9 €, acqua compresa, che variano tra tipologie vegetariane e con carne o pesce. Si possono assaggiare tutti i piatti tipici greci, dalla mussaka al dolmadakia, dai ghiros ai suvlaki, dalle polpettine di ceci e carne ai formaggi tipici come la feta, il tutto accompagnato dall'immancabile tzatziki, la salsina di yogurt, cetrioli e aglio e dalla pita (il pane).
Il servizio è veloce e cordiale. La cucina però non è delle più leggere, quindi a pranzo risulta un po' pesante; comunque è molto gustosa ed i piatti sono cucinati bene. Anche il vino è greco ma stavolta non l'ho preso sennò poi al lavoro mi addormentavo davvero.
La sera è sempre strapieno di gente e conviene prenotare; possibilmente è preferibile andarci tra settimana.
Io ci torno di tanto in tanto e mi trovo sempre bene.
martedì 14 settembre 2010
Osteria dell'Arancio a Grottammare
Situato nella caratteristica piazza Peretti di Grottammare alta questo bel locale mantiene la cura nell'arredo da osteria ma presenta un menù con portate ricercate ed accostamenti innovativi. Ci accomodiamo in una saletta interna ed il servizio è veloce ed accurato. Esistono un menù degustazione a 32 € (vino escluso) ed un menù alla carta. Chiediamo se è possibile avere una fettina alla griglia per la bimba (fuori menù) e ci servono un bel filetto con patate, forse solo un po' troppo cotto ma buono. Io ho preso il menù degustazione che comprendeva: petto di faraona con funghi, rigatoni alla carbonara e tartufo nero, maialino da latte arrosto e dolce a scelta. Mia moglie ha invece scelto un antipasto con salmone affumicato con lampone (che in realtà non sembrava esserci) e perle di balik (uova di salmone) ed una zuppa di fagioli e cozze.
Tutto molto buono anche se le porzioni sono piuttosto scarsine (tipiche dei locali che presentano una cucina chic). Nota di merito per il petto di faraona e per la zuppa. Unico neo il maialino arrosto servito con i sottaceti.... non ho capito cosa ci incastrano!!!!
Da bere abbiamo preso due calici di vino, un rosso locale per me ed un bianco abruzzese per lei (6 euro cadauno). La carta dei vini è sicuramente il vanto del locale, e ne hanno ragione; vini di altissima qualità ma prezzi che necessitano di portafoglio bello gonfio. Buona la scelta del vino "al calice" che ti permette di bere bene senza spendere cifre folli.
Tutto sommato la cena è stata ottima. Peccato che arrivati al dolce ci hanno fatto aspettare mezz'ora per l'ordine e poi almeno 20 minuti per servirlo (la cameriera si è scusata dicendo che il tortino al cioccolato lo fanno al momento per servirlo ben caldo); comunque buonissimo ma microscopico: tortino al cioccolato di 5 cm di diametro con cucchiaino di gelato alla banana, servito su un piattone gigante!!! Io sinceramente non riusciro mai a capire questa mania di servire porzioni piccole su piatti grandi!!!
Il caffè è veramente squisito, mi piace sottolinearlo perchè troppo spesso nei locali si tralascia quello che è l'ultimo servizio offerto.
Il ristorante si colloca nella fascia di prezzo medio alta. Sicuramente adatto alle coppiette in quanto si inserisce in una location molto romantica, da provare senz'altro!!
Tutto molto buono anche se le porzioni sono piuttosto scarsine (tipiche dei locali che presentano una cucina chic). Nota di merito per il petto di faraona e per la zuppa. Unico neo il maialino arrosto servito con i sottaceti.... non ho capito cosa ci incastrano!!!!
Da bere abbiamo preso due calici di vino, un rosso locale per me ed un bianco abruzzese per lei (6 euro cadauno). La carta dei vini è sicuramente il vanto del locale, e ne hanno ragione; vini di altissima qualità ma prezzi che necessitano di portafoglio bello gonfio. Buona la scelta del vino "al calice" che ti permette di bere bene senza spendere cifre folli.
Tutto sommato la cena è stata ottima. Peccato che arrivati al dolce ci hanno fatto aspettare mezz'ora per l'ordine e poi almeno 20 minuti per servirlo (la cameriera si è scusata dicendo che il tortino al cioccolato lo fanno al momento per servirlo ben caldo); comunque buonissimo ma microscopico: tortino al cioccolato di 5 cm di diametro con cucchiaino di gelato alla banana, servito su un piattone gigante!!! Io sinceramente non riusciro mai a capire questa mania di servire porzioni piccole su piatti grandi!!!
Il caffè è veramente squisito, mi piace sottolinearlo perchè troppo spesso nei locali si tralascia quello che è l'ultimo servizio offerto.
Il ristorante si colloca nella fascia di prezzo medio alta. Sicuramente adatto alle coppiette in quanto si inserisce in una location molto romantica, da provare senz'altro!!
week end in terra di Marche e Abruzzi
Questo fine settimana abbiamo fatto una mini vacanza a Grottammare, provincia di Ascoli Piceno. Si trattava, per me, di territori sconosciuti, mai visitati prima. L'occasione per andarci me l'ha fornita il mio amico Paolo, che insieme a Lorena ha avuto la bella idea di mettere al mondo due magnifici gemellini, Anna e Tommaso, nati lo scorso 31 maggio (per l'appunto sotto il segno dei gemelli).
Siamo partiti venerdì scorso ed abbiamo fatto un viaggio tranquillo attraversando il Col Fiorito (la strada che da Perugia/Foligno va verso Macerata). Siamo arrivati a Grottammare nel primo pomeriggio; avevamo prenotato un bed&breakfast nel paese alto, arroccato su un colle che domina il mare, che già dal nome, "La Torretta sul Borgo", evocava un fascino particolare. Al di là della difficoltà a trovarlo, perché situato in un dedalo di viuzze strette ed impraticabili con la macchina, il posto è davvero suggestivo: un edificio completamente ristrutturato pochi anni fa ma con una particolare attenzione ai materiali ed alle finiture; cinque camere con bagno molto carine e confortevoli; i gestori (madre e figlio) molto gentili e disponibili; una ricca colazione di dolci fatti in casa; ecco tutto ciò che offre questo delizioso posto, ad un costo anche accessibile, 85 euro per la tripla (matrimoniale più lettino).
Il paesino antico è veramente bello; una piazzetta dove si trova la chiesa ed il palazzo intitolato a papa Sisto V, che qui ebbe i natali; una terrazza panoramica con torrioncino caratteristico, una vista mare splendida, ed una serie di vicoletti molto caratteristici, con abitazioni ben tenute, molte anche ristrutturate di recente, senza traffico (perchè le macchine non ci entrano da quanto le strade sono strette) e con quella apparente calma vita di un borgo antico.
In uno di questi vicoletti c'è una bottega che profuma di antico, si chiama Argyla; Giancarlo Livori e Yvonne Rosetti creano oggetti in ceramica, unici e particolari, uno diverso dall'altro, lavorando la materia con una tecnica particolare, molto antica. Date un'occhiata al sito e, se passate da quelle parti, fateci una visita perché vale la pena.
Ci sono ovviamente anche un paio di ristorantini, il Borgo Antico e l'Osteria dell'Arancio. La prima sera abbiamo dato un occhiata da fuori ad entrambi: il primo si presenta con apparecchiature eleganti, sedie foderate ed un menù di fascia medio-alta; il secondo si presenta con tavoli in legno e tovaglietta di carta, sedie variopinte e diverse tra loro, ambientazione rustica.
Abbiamo optato per quest'ultimo pensando che fosse più "alla mano". Niente di più sbagliato!!! Comunque in quest'altro post ne parlo più in dettaglio.
La giornata di sabato l'abbiamo dedicata alla visita di due paesini caratteristici dell'entroterra marchigiano: Offida e Ripatransone.
Offida è forse più reclamizzato ed ha una piazza centrale molto bella, di forma triangolare con un lato occupato dal Palazzo comunale con un bel porticato, un lato dove c'è la chiesa della Collegiata ed un vertice con la Chiesa dell'Addolorata; da vedere anche il anche la Chiesa di S. Maria della Rocca situata all'estremo sud del paese su una rocca che domina la vallata circostante.
Ripatransone è invece un borgo molto caratteristico, di origine medievale, che sorge su un crinale che domina due vallate parallele, a pochi chilometri dal mare, ben visibile dalla terrazza nella piazzetta del Municipio. La via centrale conserva le caratteristiche storiche dell'epoca, con le facciate in mattoni facciavista ed alcuni angoli veramente carini; il Palazzo vescovile e la Cattedrale di San Gregorio ne costituiscono il fulcro principale. Il paese detiene anche un curioso record: il vicolo più stretto d'Italia, largo appena 40 centimetri, ci si passa veramente precisi. Qui abbiamo pranzato nell'Osteria caffé Rosati, lungo la via centrale, un piccolo locale che offre pochi ma buoni piatti per un pranzo veloce.
La sera invece siamo andati a passeggio sul lungomare di Grottammare che si presenta con il classico struscio della località marittima, sul quale si affacciano tutti gli stabilimenti balneari (qua li chiamano chalet), molti dei quali hanno anche ottimi ristoranti di pesce. Fra tutti segnalo lo Chalet Baloo, dove abbiamo mangiato del pesce buonissimo a prezzi veramente concorrenziali (per lo meno per le mie abitudini): antipasti a 5 euro e grigliate di pesce a 18 euro non sono certo prezzi a cui sono abituato. Ottima cena e pure abbondante per la modica cifra di 50 € in tre.
La domenica invece abbiamo visitato Giulianova, dove abitano i miei amici. E' una località di mare molto bella, con un lungomare ampio e spazioso, costeggiato da una pista ciclabile che, mi dicono essere lunga tutto l'Abruzzo. La spiaggia è molto ampia e gli ombrelloni ho visto che sono posizionati in file molto ben distanziate.
Per pranzo siamo saliti nella parte vecchia della città, situata sull'altura soprastante, dove si trova anche il bel Santuario di Maria Santissima dello Splendore. Il ristorante Bellavista è un locale che, come dice il nome, si affaccia sul panorama della cittadina; si mangia bene ed è stato un pranzo piacevole; per chi volesse saperne di più qui c'è il sito web.
Una bellissima giornata di mare ed una piacevolissima compagnia. Paolo e Lorena, con i loro bellissimi gemellini, ci hanno dato un motivo per visitare una bella località e chissà che magari non si decida di trascorrerci anche una vacanza lunga prima o poi.
Ieri invece, sulla via del ritorno, abbiamo fatto sosta nella zona industriale di Macerata e dintorni, dove i calzaturifici la fanno da padrone: Tod's dei miei "cari amici" Della Valle, stabilimento con show-room bellissimo in località Casette d'Ete; Fabi, altrettanto bello e "caro" in località Villa San Filippo; Nero Giardini a Monte S. Pietrangeli e infine Santoni a Corridonia. Ce ne sono ovviamente molti altri e probabilmente questi sono anche più cari della media però ci sono in vendita gli articoli di campionario che hanno dei fortissimi sconti (anche oltre il 50%) per cui vale la pena farci un giro: con un centone si possono acquistare scarpe che ne costano per lo meno 200-250.
Rientro a casa ieri sera nel diluvio universale!!! Tanto per finire in bellezza.
Insomma una mini-vacanza all'insegna di mare, borghetti caratteristici, shopping, cibo e visite amichevoli.... un concentrato davvero piacevole.
Siamo partiti venerdì scorso ed abbiamo fatto un viaggio tranquillo attraversando il Col Fiorito (la strada che da Perugia/Foligno va verso Macerata). Siamo arrivati a Grottammare nel primo pomeriggio; avevamo prenotato un bed&breakfast nel paese alto, arroccato su un colle che domina il mare, che già dal nome, "La Torretta sul Borgo", evocava un fascino particolare. Al di là della difficoltà a trovarlo, perché situato in un dedalo di viuzze strette ed impraticabili con la macchina, il posto è davvero suggestivo: un edificio completamente ristrutturato pochi anni fa ma con una particolare attenzione ai materiali ed alle finiture; cinque camere con bagno molto carine e confortevoli; i gestori (madre e figlio) molto gentili e disponibili; una ricca colazione di dolci fatti in casa; ecco tutto ciò che offre questo delizioso posto, ad un costo anche accessibile, 85 euro per la tripla (matrimoniale più lettino).
Il paesino antico è veramente bello; una piazzetta dove si trova la chiesa ed il palazzo intitolato a papa Sisto V, che qui ebbe i natali; una terrazza panoramica con torrioncino caratteristico, una vista mare splendida, ed una serie di vicoletti molto caratteristici, con abitazioni ben tenute, molte anche ristrutturate di recente, senza traffico (perchè le macchine non ci entrano da quanto le strade sono strette) e con quella apparente calma vita di un borgo antico.
In uno di questi vicoletti c'è una bottega che profuma di antico, si chiama Argyla; Giancarlo Livori e Yvonne Rosetti creano oggetti in ceramica, unici e particolari, uno diverso dall'altro, lavorando la materia con una tecnica particolare, molto antica. Date un'occhiata al sito e, se passate da quelle parti, fateci una visita perché vale la pena.
Ci sono ovviamente anche un paio di ristorantini, il Borgo Antico e l'Osteria dell'Arancio. La prima sera abbiamo dato un occhiata da fuori ad entrambi: il primo si presenta con apparecchiature eleganti, sedie foderate ed un menù di fascia medio-alta; il secondo si presenta con tavoli in legno e tovaglietta di carta, sedie variopinte e diverse tra loro, ambientazione rustica.
Abbiamo optato per quest'ultimo pensando che fosse più "alla mano". Niente di più sbagliato!!! Comunque in quest'altro post ne parlo più in dettaglio.
La giornata di sabato l'abbiamo dedicata alla visita di due paesini caratteristici dell'entroterra marchigiano: Offida e Ripatransone.
Offida è forse più reclamizzato ed ha una piazza centrale molto bella, di forma triangolare con un lato occupato dal Palazzo comunale con un bel porticato, un lato dove c'è la chiesa della Collegiata ed un vertice con la Chiesa dell'Addolorata; da vedere anche il anche la Chiesa di S. Maria della Rocca situata all'estremo sud del paese su una rocca che domina la vallata circostante.
Ripatransone è invece un borgo molto caratteristico, di origine medievale, che sorge su un crinale che domina due vallate parallele, a pochi chilometri dal mare, ben visibile dalla terrazza nella piazzetta del Municipio. La via centrale conserva le caratteristiche storiche dell'epoca, con le facciate in mattoni facciavista ed alcuni angoli veramente carini; il Palazzo vescovile e la Cattedrale di San Gregorio ne costituiscono il fulcro principale. Il paese detiene anche un curioso record: il vicolo più stretto d'Italia, largo appena 40 centimetri, ci si passa veramente precisi. Qui abbiamo pranzato nell'Osteria caffé Rosati, lungo la via centrale, un piccolo locale che offre pochi ma buoni piatti per un pranzo veloce.
La sera invece siamo andati a passeggio sul lungomare di Grottammare che si presenta con il classico struscio della località marittima, sul quale si affacciano tutti gli stabilimenti balneari (qua li chiamano chalet), molti dei quali hanno anche ottimi ristoranti di pesce. Fra tutti segnalo lo Chalet Baloo, dove abbiamo mangiato del pesce buonissimo a prezzi veramente concorrenziali (per lo meno per le mie abitudini): antipasti a 5 euro e grigliate di pesce a 18 euro non sono certo prezzi a cui sono abituato. Ottima cena e pure abbondante per la modica cifra di 50 € in tre.
La domenica invece abbiamo visitato Giulianova, dove abitano i miei amici. E' una località di mare molto bella, con un lungomare ampio e spazioso, costeggiato da una pista ciclabile che, mi dicono essere lunga tutto l'Abruzzo. La spiaggia è molto ampia e gli ombrelloni ho visto che sono posizionati in file molto ben distanziate.
Per pranzo siamo saliti nella parte vecchia della città, situata sull'altura soprastante, dove si trova anche il bel Santuario di Maria Santissima dello Splendore. Il ristorante Bellavista è un locale che, come dice il nome, si affaccia sul panorama della cittadina; si mangia bene ed è stato un pranzo piacevole; per chi volesse saperne di più qui c'è il sito web.
Una bellissima giornata di mare ed una piacevolissima compagnia. Paolo e Lorena, con i loro bellissimi gemellini, ci hanno dato un motivo per visitare una bella località e chissà che magari non si decida di trascorrerci anche una vacanza lunga prima o poi.
Ieri invece, sulla via del ritorno, abbiamo fatto sosta nella zona industriale di Macerata e dintorni, dove i calzaturifici la fanno da padrone: Tod's dei miei "cari amici" Della Valle, stabilimento con show-room bellissimo in località Casette d'Ete; Fabi, altrettanto bello e "caro" in località Villa San Filippo; Nero Giardini a Monte S. Pietrangeli e infine Santoni a Corridonia. Ce ne sono ovviamente molti altri e probabilmente questi sono anche più cari della media però ci sono in vendita gli articoli di campionario che hanno dei fortissimi sconti (anche oltre il 50%) per cui vale la pena farci un giro: con un centone si possono acquistare scarpe che ne costano per lo meno 200-250.
Rientro a casa ieri sera nel diluvio universale!!! Tanto per finire in bellezza.
Insomma una mini-vacanza all'insegna di mare, borghetti caratteristici, shopping, cibo e visite amichevoli.... un concentrato davvero piacevole.
venerdì 3 settembre 2010
reminescenze
Facendo un po' di pulizia tra i vecchi file del pc è saltato fuori questo piccolo testo, datato settembre 2002, all'alba della rinascita della mia amata Fiorentina.
Copio e incollo par pari:
MAGIE VIOLA
Settembre... domenica...
Una domenica come tante, eppure diversa. La domenica della rinascita.
Sono passati quindici mesi, tristi e difficili, in cui è successo il peggio di tutto; in cui abbiamo toccato il fondo e scavato ancora di più; ma adesso è giunta l'ora di risalire, finalmente è arrivato il momento di rientrare allo stadio.
I rituali di preparazione tornano a ripetersi con la stessa sequenza... jeans, scarpe da ginnastica, maglietta viola, sciarpa annodata al collo, occhiali da sole e cappellino... sono pronto.
La strada è ancora memorizzata nel cervello, il motorino va da solo. Durante il tragitto verso il Campo di Marte un groviglio di pensieri e sensazioni si rincorrono, nello stomaco e nella testa, non riesco a decifrarle. Seguo il fiume di persone che convergono tutte verso un unico punto. Oltrepasso i cancelli come un automa, un occhiata ai gadget, un cartoccio d’acqua, gesti meccanici ripetuti un’infinità di volte.
Poi la magia… mi volto a guardare la curva, la mia curva, già piena, come sempre, più di sempre. Un brivido lungo la schiena, gli occhi che brillano… sono di nuovo lì.
Credevo di aver perso l’entusiasmo del tifoso, ammazzato da un anno e mezzo di soprusi e rospi ingoiati, tribunali e facce da galera, invece lo avevo semplicemente riposto in un angolo... ma era lì, pronto a riemergere.
Ed è riemerso, bello e violento come la prima volta, in un lontano pomeriggio del ’76, il mio battesimo, il mio debutto; un ricordo ingiallito dal tempo… una Opel Kadett giallo oro che sfreccia lungo i viali, in direzione Campo di Marte... un uomo e suo figlio che vanno verso lo stadio, per un rito di iniziazione che si tramanda da una generazione all’altra… non c’è problema per parcheggiare, non ci sono vigili che ti bloccano un chilometro prima, si parcheggia nei viali circostanti, in seconda, terza o quarta fila, non c’è problema… lo stadio che sembra gigantesco, enorme… l’emozione palpabile di quella prima volta che si mescola alla gioia per la doppietta di un ragazzo biondo che gioca guardando le stelle... ricordi…
Sono passati più di venti anni ma l’emozione è ancora fortissima mentre salgo i gradoni e guardo le facce di chi, come me, è ancora lì, di nuovo presente; facce conosciute e facce nuove, riscaldate da un sole che splende alto e fa brillare il prato, quel prato verde che tante ne ha viste, che ha cresciuto tanti ragazzi sotto l’occhio vigile della torre di maratona.
Il prato… la torre… i miei riferimenti, le mie certezze, il mio posto ed il mio “amico dello stadio”. Ci siamo conosciuti qualche anno fa, in un periodo in cui i nostri sogni correvano dietro ad una criniera leonina che ondeggiava al vento e ci ritroviamo dopo un anno e mezzo di forzato esilio, ma non è una coincidenza; entrambi sapevamo, eravamo sicuri che ci saremmo ritrovati al solito posto.
Fuori dallo stadio ci frequentiamo molto di rado, per problemi logistici e soprattutto di distanza ma alla partita ci troviamo sempre insieme, in un sodalizio che dura da anni, in un’amicizia che è nata e cresciuta su quei gradoni, tra vittorie e sconfitte, in casa e in trasferta, Torino, Milano, Praga, Verona, Barcellona, Parma, Londra… Londra… Wembley… il tempio del calcio… siamo in tanti, cinquemila e forse più immortalati in una istantanea che ferma il tempo a quel giorno, a quell’ora, a quel minuto in cui Re Leone sfonda la porta avversaria… ricordi…
Sembra passato un secolo a ripensarci adesso, mentre partono i primi cori, con la voce che torna a confondersi in quel boato, in quei canti ancora impressi nella mente; le mani che accompagnano il ritmo dei tamburi. Il nostro inno cantato a squarciagola mentre i fumogeni velano il cielo terso. E poi sbucano loro, dal sottopassaggio undici ragazzi che sono lo specchio dei trentamila che li guardano, che li incitano e li applaudono, li accompagnano nel loro cammino.
Si comincia… c’è una sola squadra in campo che corre e gioca, gli altri sono solo comparse, vittime sacrificali; la maglia è bianca ma i miei occhi la vedono ancora viola, in attesa che torni ad esserlo davvero.
La guardo rapito, con gli stessi occhi del bambino di tanti anni fa che si faceva dire i nomi dei giocatori dal suo babbo... con gli stessi occhi con cui il ragazzo guardava quel ricciolino dalla faccia furba e dalle ginocchia di cristallo che prendeva palla a centrocampo, puntava dritto la porta, gli avversari come birilli, depositava la palla in rete e veniva a godersi l’applauso della curva... con gli stessi occhi che hanno visto nomi noti e meno noti e che hanno imparato a conoscerli e riconoscerli anche da lontano, solo dal fisico o da una chioma al vento.
Nomi che rimangono e rimarranno impressi nella memoria insieme a quelli, ancora sconosciuti e misteriosi che scendono in campo adesso.
Tra questi c’è un ragazzone con il numero nove sulle spalle, che salta più alto di tutti e di testa la prende sempre lui; e quando, dopo un quarto d’ora, la mette dentro e corre, le braccia al cielo, verso la curva, verso di noi, la gioia è incontenibile, come sempre, più di sempre.
La mente va indietro nel tempo, ad altri ragazzi che ci hanno fatto sognare e che ci hanno portato in alto e per un attimo sembra di esserci ancora… in alto. E forse è proprio così.
Sono passati quindici mesi e finalmente siamo rinati, siamo tornati tutti insieme a fare parte di qualcosa di bello, trascinati da una passione che ci accomuna e ci contraddistingue.
E’ cambiato il palcoscenico e sono cambiati gli attori ma il pubblico no, quello no.
Perché entrando dentro lo stadio provo ancora la stessa sensazione che provavo da bambino, mano nella mano con mio babbo, sento ancora gli stessi brividi che sentivo da ragazzo, ad ogni gol la gioia è immutata, ed è bello tornare a vivere ancora e di nuovo, tutti insieme, le stesse emozioni.
Settembre 2002
Prima domenica della rinascita
Copio e incollo par pari:
MAGIE VIOLA
Settembre... domenica...
Una domenica come tante, eppure diversa. La domenica della rinascita.
Sono passati quindici mesi, tristi e difficili, in cui è successo il peggio di tutto; in cui abbiamo toccato il fondo e scavato ancora di più; ma adesso è giunta l'ora di risalire, finalmente è arrivato il momento di rientrare allo stadio.
I rituali di preparazione tornano a ripetersi con la stessa sequenza... jeans, scarpe da ginnastica, maglietta viola, sciarpa annodata al collo, occhiali da sole e cappellino... sono pronto.
La strada è ancora memorizzata nel cervello, il motorino va da solo. Durante il tragitto verso il Campo di Marte un groviglio di pensieri e sensazioni si rincorrono, nello stomaco e nella testa, non riesco a decifrarle. Seguo il fiume di persone che convergono tutte verso un unico punto. Oltrepasso i cancelli come un automa, un occhiata ai gadget, un cartoccio d’acqua, gesti meccanici ripetuti un’infinità di volte.
Poi la magia… mi volto a guardare la curva, la mia curva, già piena, come sempre, più di sempre. Un brivido lungo la schiena, gli occhi che brillano… sono di nuovo lì.
Credevo di aver perso l’entusiasmo del tifoso, ammazzato da un anno e mezzo di soprusi e rospi ingoiati, tribunali e facce da galera, invece lo avevo semplicemente riposto in un angolo... ma era lì, pronto a riemergere.
Ed è riemerso, bello e violento come la prima volta, in un lontano pomeriggio del ’76, il mio battesimo, il mio debutto; un ricordo ingiallito dal tempo… una Opel Kadett giallo oro che sfreccia lungo i viali, in direzione Campo di Marte... un uomo e suo figlio che vanno verso lo stadio, per un rito di iniziazione che si tramanda da una generazione all’altra… non c’è problema per parcheggiare, non ci sono vigili che ti bloccano un chilometro prima, si parcheggia nei viali circostanti, in seconda, terza o quarta fila, non c’è problema… lo stadio che sembra gigantesco, enorme… l’emozione palpabile di quella prima volta che si mescola alla gioia per la doppietta di un ragazzo biondo che gioca guardando le stelle... ricordi…
Sono passati più di venti anni ma l’emozione è ancora fortissima mentre salgo i gradoni e guardo le facce di chi, come me, è ancora lì, di nuovo presente; facce conosciute e facce nuove, riscaldate da un sole che splende alto e fa brillare il prato, quel prato verde che tante ne ha viste, che ha cresciuto tanti ragazzi sotto l’occhio vigile della torre di maratona.
Il prato… la torre… i miei riferimenti, le mie certezze, il mio posto ed il mio “amico dello stadio”. Ci siamo conosciuti qualche anno fa, in un periodo in cui i nostri sogni correvano dietro ad una criniera leonina che ondeggiava al vento e ci ritroviamo dopo un anno e mezzo di forzato esilio, ma non è una coincidenza; entrambi sapevamo, eravamo sicuri che ci saremmo ritrovati al solito posto.
Fuori dallo stadio ci frequentiamo molto di rado, per problemi logistici e soprattutto di distanza ma alla partita ci troviamo sempre insieme, in un sodalizio che dura da anni, in un’amicizia che è nata e cresciuta su quei gradoni, tra vittorie e sconfitte, in casa e in trasferta, Torino, Milano, Praga, Verona, Barcellona, Parma, Londra… Londra… Wembley… il tempio del calcio… siamo in tanti, cinquemila e forse più immortalati in una istantanea che ferma il tempo a quel giorno, a quell’ora, a quel minuto in cui Re Leone sfonda la porta avversaria… ricordi…
Sembra passato un secolo a ripensarci adesso, mentre partono i primi cori, con la voce che torna a confondersi in quel boato, in quei canti ancora impressi nella mente; le mani che accompagnano il ritmo dei tamburi. Il nostro inno cantato a squarciagola mentre i fumogeni velano il cielo terso. E poi sbucano loro, dal sottopassaggio undici ragazzi che sono lo specchio dei trentamila che li guardano, che li incitano e li applaudono, li accompagnano nel loro cammino.
Si comincia… c’è una sola squadra in campo che corre e gioca, gli altri sono solo comparse, vittime sacrificali; la maglia è bianca ma i miei occhi la vedono ancora viola, in attesa che torni ad esserlo davvero.
La guardo rapito, con gli stessi occhi del bambino di tanti anni fa che si faceva dire i nomi dei giocatori dal suo babbo... con gli stessi occhi con cui il ragazzo guardava quel ricciolino dalla faccia furba e dalle ginocchia di cristallo che prendeva palla a centrocampo, puntava dritto la porta, gli avversari come birilli, depositava la palla in rete e veniva a godersi l’applauso della curva... con gli stessi occhi che hanno visto nomi noti e meno noti e che hanno imparato a conoscerli e riconoscerli anche da lontano, solo dal fisico o da una chioma al vento.
Nomi che rimangono e rimarranno impressi nella memoria insieme a quelli, ancora sconosciuti e misteriosi che scendono in campo adesso.
Tra questi c’è un ragazzone con il numero nove sulle spalle, che salta più alto di tutti e di testa la prende sempre lui; e quando, dopo un quarto d’ora, la mette dentro e corre, le braccia al cielo, verso la curva, verso di noi, la gioia è incontenibile, come sempre, più di sempre.
La mente va indietro nel tempo, ad altri ragazzi che ci hanno fatto sognare e che ci hanno portato in alto e per un attimo sembra di esserci ancora… in alto. E forse è proprio così.
Sono passati quindici mesi e finalmente siamo rinati, siamo tornati tutti insieme a fare parte di qualcosa di bello, trascinati da una passione che ci accomuna e ci contraddistingue.
E’ cambiato il palcoscenico e sono cambiati gli attori ma il pubblico no, quello no.
Perché entrando dentro lo stadio provo ancora la stessa sensazione che provavo da bambino, mano nella mano con mio babbo, sento ancora gli stessi brividi che sentivo da ragazzo, ad ogni gol la gioia è immutata, ed è bello tornare a vivere ancora e di nuovo, tutti insieme, le stesse emozioni.
Settembre 2002
Prima domenica della rinascita
lunedì 30 agosto 2010
cavriglia
Ieri sono andato al Parco di Cavriglia, situato più o meno al centro del triangolo immaginario che si forma tra Firenze, Siena ed Arezzo. Si raggiunge facilmente prendendo la strada che collega Figline V.no a Greve in Chianti e seguendo l'indicazione per Lucolena. Dopo 5-6 km c'è il bivio per Cavriglia e c'è l'indicazione del parco, che si trova subito dopo il bivio.
Avevo un vaghissimo ricordo del posto per esserci stato da bambino ma era troppo lontano per focalizzarlo. All'arrivo all'ingresso si può scegliere se entrare con la macchina (costo 4 €) oppure parcheggiare fuori e farsi un bel chilometro a piedi. Noi abbiamo scelto l'opzione comoda. Il biglietto d'ingresso costa 2 € ed i bambini fino a 10 anni non pagano. Ricordatevi di stampare la mappa del parco a casa perchè lì non si trova (qui il link al sito).
Appena parcheggiata la macchina alcuni simpatici lama ci hanno accolto pascolando lungo il bordo della stradella. Il parco infatti è un mix tra giardino zoologico e parco naturalistico. I sentieri da percorrere sono 4 o 5 ma noi con la piccina abbiamo fatto solo quello più importante, che raggiunge i recinti degli orsi e dei bisonti. Si percorre una stradina nel bosco e, fatti 5-600 metri si raggiunge il grande recinto dove si trova, ormai quasi da 40 anni, una coppia di orsi bruni; sono piuttosto vecchi e malandati, poveretti; d'altra parte hanno raggiunto un'età molto avanzata (un orso libero vive sui 20-25 anni) e fanno molta tenerezza. I bisonti non li abbiamo visti perchè erano nella stalla. Tornando indietro abbiamo raggiunto il laghetto delle anatre e da lì il recinto delle scimmie e poi gli asinelli.
Il parco non versa in buone condizioni; da l'idea di essere in stato di completo abbandono da un punto di vista dei finanziamenti comunali e molto carente anche come strutture. C'è qualche giochino per bimbi ma poca roba. La cosa più simpatica è che verso le 16,30 di tutte le domeniche fanno girare i bimbi con gli asinelli. Ovviamente i bambini impazziscono perchè poter girare in groppa al ciuchino è molto divertente e gli animali sono così mansueti e addestrati a fare il solito giro che li fanno accompagnare ai genitori.
La giornata nel complesso è piacevole, si sta all'aria aperta, si fanno i pic-nic sul prato (esiste anche un self service per chi volesse) e si fanno svagare i bambini in maniera diversa. Peccato che il parco sia stato poco curato negli anni e che a luoghi del genere non vengano più dedicate le giuste attenzioni; basterebbe poco per renderlo più funzionale ed accogliente.
Avevo un vaghissimo ricordo del posto per esserci stato da bambino ma era troppo lontano per focalizzarlo. All'arrivo all'ingresso si può scegliere se entrare con la macchina (costo 4 €) oppure parcheggiare fuori e farsi un bel chilometro a piedi. Noi abbiamo scelto l'opzione comoda. Il biglietto d'ingresso costa 2 € ed i bambini fino a 10 anni non pagano. Ricordatevi di stampare la mappa del parco a casa perchè lì non si trova (qui il link al sito).
Appena parcheggiata la macchina alcuni simpatici lama ci hanno accolto pascolando lungo il bordo della stradella. Il parco infatti è un mix tra giardino zoologico e parco naturalistico. I sentieri da percorrere sono 4 o 5 ma noi con la piccina abbiamo fatto solo quello più importante, che raggiunge i recinti degli orsi e dei bisonti. Si percorre una stradina nel bosco e, fatti 5-600 metri si raggiunge il grande recinto dove si trova, ormai quasi da 40 anni, una coppia di orsi bruni; sono piuttosto vecchi e malandati, poveretti; d'altra parte hanno raggiunto un'età molto avanzata (un orso libero vive sui 20-25 anni) e fanno molta tenerezza. I bisonti non li abbiamo visti perchè erano nella stalla. Tornando indietro abbiamo raggiunto il laghetto delle anatre e da lì il recinto delle scimmie e poi gli asinelli.
Il parco non versa in buone condizioni; da l'idea di essere in stato di completo abbandono da un punto di vista dei finanziamenti comunali e molto carente anche come strutture. C'è qualche giochino per bimbi ma poca roba. La cosa più simpatica è che verso le 16,30 di tutte le domeniche fanno girare i bimbi con gli asinelli. Ovviamente i bambini impazziscono perchè poter girare in groppa al ciuchino è molto divertente e gli animali sono così mansueti e addestrati a fare il solito giro che li fanno accompagnare ai genitori.
La giornata nel complesso è piacevole, si sta all'aria aperta, si fanno i pic-nic sul prato (esiste anche un self service per chi volesse) e si fanno svagare i bambini in maniera diversa. Peccato che il parco sia stato poco curato negli anni e che a luoghi del genere non vengano più dedicate le giuste attenzioni; basterebbe poco per renderlo più funzionale ed accogliente.
giovedì 26 agosto 2010
ma siamo così sicuri?
A volte ci permettiamo dei comportamenti che denotano superiorità, snobismo, arroganza, presunzione, supponenza.... ma siamo così sicuri di potercelo permettere?
Come può una persona sentirsi superiore ad un altra perchè apparentemente più sciolta e disinvolta.... come può snobare il prossima dall'alto di questa sua presunta superiorità.... perché si arroga il diritto di scegliere chi è buono e chi cattivo!?!? Mi da enormemente fastidio la persona presuntuosa, che si crede di essere chissà chi, con quell'aria supponente che sembra dire: posso abbassarmi al suo livello?!?!
Ecco perchè io voglio urlare forte:
"IO STARO' SEMPRE DALLA PARTE DEI DEBOLI!!!"
Come può una persona sentirsi superiore ad un altra perchè apparentemente più sciolta e disinvolta.... come può snobare il prossima dall'alto di questa sua presunta superiorità.... perché si arroga il diritto di scegliere chi è buono e chi cattivo!?!? Mi da enormemente fastidio la persona presuntuosa, che si crede di essere chissà chi, con quell'aria supponente che sembra dire: posso abbassarmi al suo livello?!?!
Ecco perchè io voglio urlare forte:
"IO STARO' SEMPRE DALLA PARTE DEI DEBOLI!!!"
venerdì 13 agosto 2010
storia di ordinaria inefficienza
Ho perso la carta d'identità!!!
Va be', succede.... però è la prima volta che mi capita e non sapevo ciò che mi aspettava.
Ricapitoliamo. Lunedì scorso mi ero segnato sul promemoria che dovevo andare a rinnovare la carta d'identità. La cerco nel portafoglio e non la trovo; allora provo a cercarla a casa, in macchina, in ufficio, nelle tasche dei pantaloni ma niente da fare... è proprio sparita!!
Comunque ieri mattina vado in comune per chiedere se, visto che era scaduta, fosse possibile rifarla anche se non trovavo più l'originale; come mi aspettavo, mi dicono che ci vuole la denuncia dai Carabinieri.
Prendo lo scooter e vado dai Carabinieri; non appena arrivo, mi apre il solerte appuntato che, alla mia domanda, mi risponde: "ma ce l'ha il numero della carta?". La domanda mi coglie un pochino impreparato; come faccio ad avercelo se l'ho persa, mi chiedo tra me e me. Allora il carabiniere mi dice: "vada in comune e se lo faccia dare!". Alla mia faccia un po' scocciata mi spiega che è necessario, che senza numero la denuncia è lacunosa ed è meglio che ci sia per poterla identificare in maniera certa. Ma alzare il telefono e farsela dare direttamente!!!! Troppo difficile...
Ri-prendo il mio scooter e mi reco di nuovo al comune, dove nel frattempo trovo un paio di persone in fila; mi ripresento e chiedo il mio numero di carta.... ma non potevate darmelo prima!!!! urlo, sempre tra me e me, al solerte impiegato. Grazie a dopo.
Ari-prendo il mio scooter e rifaccio il solco verso la stazione CC, risuono il campanello e mi ritrovo, ovviamente, due persone davanti che nel frattempo erano arrivate. Aspetta un buon quarto d'ora perchè la sveltezza non è dote riconosciuta ad un caramba che si rispetti (con tutto il rispetto s'intende); poi tocca a me e sbrigo la mia denuncia, dopo averla riletta almeno tre volte; non si è mai troppo sicuri di ciò che si scrive, vero appuntato??
Comunque, ari-ari-prendo il mio scooter e sul già ben tracciato solco mi dirigo verso il comune; ovviamente al mio arrivo trovo una fila esagerata (ma il 12 agosto non andate in ferie!!!); la fila esagerata consta di 3/4 persone più che sufficienti, per i velocissimi e precisissimi impiegati comunali, a farmi schiacciare un'altra bella mezz'oretta.
Finalmente quando tocca a me riesco a fare la mia nuova carta d'identità con nuova foto (con solita faccia da ebete) e nuovi dati peronali: dopo quarant'anni i miei capelli sono diventati castani!!!! Ma come?? son sempre stati biondi!?!? e meno male che il colore degli occhi me lo ha chiesto... stava per scrivere azzurri!!! Ma che sei daltonico?? sono verdi!!!!
Bha!! Alla fine dei conti ho perso più di un'ora per fare tutta questa tiritera; ma non c'era la semplificazione amministrativa?!?!
Va be', succede.... però è la prima volta che mi capita e non sapevo ciò che mi aspettava.
Ricapitoliamo. Lunedì scorso mi ero segnato sul promemoria che dovevo andare a rinnovare la carta d'identità. La cerco nel portafoglio e non la trovo; allora provo a cercarla a casa, in macchina, in ufficio, nelle tasche dei pantaloni ma niente da fare... è proprio sparita!!
Comunque ieri mattina vado in comune per chiedere se, visto che era scaduta, fosse possibile rifarla anche se non trovavo più l'originale; come mi aspettavo, mi dicono che ci vuole la denuncia dai Carabinieri.
Prendo lo scooter e vado dai Carabinieri; non appena arrivo, mi apre il solerte appuntato che, alla mia domanda, mi risponde: "ma ce l'ha il numero della carta?". La domanda mi coglie un pochino impreparato; come faccio ad avercelo se l'ho persa, mi chiedo tra me e me. Allora il carabiniere mi dice: "vada in comune e se lo faccia dare!". Alla mia faccia un po' scocciata mi spiega che è necessario, che senza numero la denuncia è lacunosa ed è meglio che ci sia per poterla identificare in maniera certa. Ma alzare il telefono e farsela dare direttamente!!!! Troppo difficile...
Ri-prendo il mio scooter e mi reco di nuovo al comune, dove nel frattempo trovo un paio di persone in fila; mi ripresento e chiedo il mio numero di carta.... ma non potevate darmelo prima!!!! urlo, sempre tra me e me, al solerte impiegato. Grazie a dopo.
Ari-prendo il mio scooter e rifaccio il solco verso la stazione CC, risuono il campanello e mi ritrovo, ovviamente, due persone davanti che nel frattempo erano arrivate. Aspetta un buon quarto d'ora perchè la sveltezza non è dote riconosciuta ad un caramba che si rispetti (con tutto il rispetto s'intende); poi tocca a me e sbrigo la mia denuncia, dopo averla riletta almeno tre volte; non si è mai troppo sicuri di ciò che si scrive, vero appuntato??
Comunque, ari-ari-prendo il mio scooter e sul già ben tracciato solco mi dirigo verso il comune; ovviamente al mio arrivo trovo una fila esagerata (ma il 12 agosto non andate in ferie!!!); la fila esagerata consta di 3/4 persone più che sufficienti, per i velocissimi e precisissimi impiegati comunali, a farmi schiacciare un'altra bella mezz'oretta.
Finalmente quando tocca a me riesco a fare la mia nuova carta d'identità con nuova foto (con solita faccia da ebete) e nuovi dati peronali: dopo quarant'anni i miei capelli sono diventati castani!!!! Ma come?? son sempre stati biondi!?!? e meno male che il colore degli occhi me lo ha chiesto... stava per scrivere azzurri!!! Ma che sei daltonico?? sono verdi!!!!
Bha!! Alla fine dei conti ho perso più di un'ora per fare tutta questa tiritera; ma non c'era la semplificazione amministrativa?!?!
mercoledì 11 agosto 2010
animalisti e dintorni
L'altro giorno sono incappato in una discussione prendendo lo spunto dalla dichiarazione della ministra Brambilla, che ha detto: "in Catalogna hanno abolito le corride, in Italia bisognerebbe abolire il Palio di Siena".
Ebbene, secondo me, una persona, per di più ministro, che fa una dichiarazione del genere dimostra scarsa intelligenza, una buona dose di ignoranza ed una grossissima superficialità.
A questa mia affermazione mi sono sentito rispondere che nel palio vengono maltrattati ed uccisi i cavalli, che vengono fatti correre contro voglia e contro natura. A parte il fatto che non è vero, perché chi consoce un poco il palio sa che il cavallo viene trattato quasi come un re, che è il vero protagonista della piazza, il discorso andrebbe comunque affrontato in maniera più ampia.
Quanto vogliamo bene agli animali?
Perché il nocciolo è questo. Consideriamo l'animale al nostro pari oppure ci poniamo in condizione di superiorità, come è sempre stato e credo che ancora sia?
Poi dovremmo distinguere tra uso, abuso e maltrattamento di animali. L'uso degli animali è nella natura dell'uomo che si è sempre servito di essi per i suoi scopi, per cibarsi, per fare meno fatica o anche per divertirsi. Questo non vuol dire che l'animale debba essere maltrattato.
Ma l'uso e l'abuso che viene fatto degli animali, anche nei luoghi che tutti considerano "regolari", è realmente il meglio che possiamo offrire loro?
Perchè devo sentire gente che sbraita contro il palio e poi va a vedere il circo? Siamo sicuri che nel circo l'animale sia trattato meglio che al palio? Per non parlare poi degli zoo.... lì si che l'animale vive male, costretto in orride gabbie a reprimere i suoi istinti animaleschi ed esposto al ludibrio della gente; però nessuno parla di chiuderli.
E ancora, perché si parla tanto di abolire il palio e poi a Pasqua si pubblicizza di mangiare l'agnello perché fa tradizione? Ma siamo sicuri che l'agnello sia così contento di essere sgozzato e lasciato a dissanguare per mantenere la carne tenera?
Vogliamo fare gli animalisti solo quando ci fa comodo e poi ci mangiamo la nostra bella bistecca senza pensare che la mucca è stata sottoposta ad una vita ed una morte infernale prima di arrivare fino a tavola.
Io non mi reputo un animalista ma sono d'accordo nel discutere e fare proposte serie per cercare di cambiare la vita (e la morte) dei nostri amici animali; ma un ministro della Repubblica non può fare certe uscite solo per farsi pubblicità sapendo che tanto le cose non cambieranno....
ah già, dimenticavo.... noi siamo nella repubblica delle banane e c'abbiamo i ministri che ci meritiamo.
Ebbene, secondo me, una persona, per di più ministro, che fa una dichiarazione del genere dimostra scarsa intelligenza, una buona dose di ignoranza ed una grossissima superficialità.
A questa mia affermazione mi sono sentito rispondere che nel palio vengono maltrattati ed uccisi i cavalli, che vengono fatti correre contro voglia e contro natura. A parte il fatto che non è vero, perché chi consoce un poco il palio sa che il cavallo viene trattato quasi come un re, che è il vero protagonista della piazza, il discorso andrebbe comunque affrontato in maniera più ampia.
Quanto vogliamo bene agli animali?
Perché il nocciolo è questo. Consideriamo l'animale al nostro pari oppure ci poniamo in condizione di superiorità, come è sempre stato e credo che ancora sia?
Poi dovremmo distinguere tra uso, abuso e maltrattamento di animali. L'uso degli animali è nella natura dell'uomo che si è sempre servito di essi per i suoi scopi, per cibarsi, per fare meno fatica o anche per divertirsi. Questo non vuol dire che l'animale debba essere maltrattato.
Ma l'uso e l'abuso che viene fatto degli animali, anche nei luoghi che tutti considerano "regolari", è realmente il meglio che possiamo offrire loro?
Perchè devo sentire gente che sbraita contro il palio e poi va a vedere il circo? Siamo sicuri che nel circo l'animale sia trattato meglio che al palio? Per non parlare poi degli zoo.... lì si che l'animale vive male, costretto in orride gabbie a reprimere i suoi istinti animaleschi ed esposto al ludibrio della gente; però nessuno parla di chiuderli.
E ancora, perché si parla tanto di abolire il palio e poi a Pasqua si pubblicizza di mangiare l'agnello perché fa tradizione? Ma siamo sicuri che l'agnello sia così contento di essere sgozzato e lasciato a dissanguare per mantenere la carne tenera?
Vogliamo fare gli animalisti solo quando ci fa comodo e poi ci mangiamo la nostra bella bistecca senza pensare che la mucca è stata sottoposta ad una vita ed una morte infernale prima di arrivare fino a tavola.
Io non mi reputo un animalista ma sono d'accordo nel discutere e fare proposte serie per cercare di cambiare la vita (e la morte) dei nostri amici animali; ma un ministro della Repubblica non può fare certe uscite solo per farsi pubblicità sapendo che tanto le cose non cambieranno....
ah già, dimenticavo.... noi siamo nella repubblica delle banane e c'abbiamo i ministri che ci meritiamo.
martedì 10 agosto 2010
piazzale michelangelo
Oggi pomeriggio, tornando a casa, sono passato dal piazzale Michelangelo: che meraviglia!!
Tutte le volte che ci passo non posso fare a meno di soffermarmi su quella che è la terrazza più bella del mondo e guardare la meraviglia che i nostri avi ci hanno lasciato sotto gli occhi.
Però mi dispiace che il piazzale sia solo una spianata di asfalto piena di macchine e pulman parcheggiati.... non sarebbe molto più bello se invece si creasse un parcheggio sotto il piano stradale, libero e aperto a tutti, e sopra si facessero aiuole, alberi e percorsi ombreggiati con chioschetti di gelatai, tavolini e panchine che ti permetterebbero di guardare la nostra città dall'alto senza dover per forza prenderti un'insolazione.
L'idea sarebbe di abbassare il piano stradale di 3 metri, partendo dalla stradina che va verso San Miniato fino alla stradina che va su al "bologna" (si chiama ancora così la pista di pattinaggio?); però lasciarla a cielo aperto, con tre o quattro passerelle che collegherebbero i due lati della strada. Dove c'è l'attuale parcheggio, scavare sempre di tre metri e coprirlo solo in parte, in modo che non abbia bisogno di condotti di areazione forzata; al piano stradale si potrebbero fare delle aiuole attrezzate, con chioschi e tavolini liberi dove potersi sedere liberamente a sorseggiare una bibita fresca.
Che bello sarebbe.... speriamo che quest'idea possa capitare nelle mani giuste e magari essere attuata.
Tutte le volte che ci passo non posso fare a meno di soffermarmi su quella che è la terrazza più bella del mondo e guardare la meraviglia che i nostri avi ci hanno lasciato sotto gli occhi.
Però mi dispiace che il piazzale sia solo una spianata di asfalto piena di macchine e pulman parcheggiati.... non sarebbe molto più bello se invece si creasse un parcheggio sotto il piano stradale, libero e aperto a tutti, e sopra si facessero aiuole, alberi e percorsi ombreggiati con chioschetti di gelatai, tavolini e panchine che ti permetterebbero di guardare la nostra città dall'alto senza dover per forza prenderti un'insolazione.
L'idea sarebbe di abbassare il piano stradale di 3 metri, partendo dalla stradina che va verso San Miniato fino alla stradina che va su al "bologna" (si chiama ancora così la pista di pattinaggio?); però lasciarla a cielo aperto, con tre o quattro passerelle che collegherebbero i due lati della strada. Dove c'è l'attuale parcheggio, scavare sempre di tre metri e coprirlo solo in parte, in modo che non abbia bisogno di condotti di areazione forzata; al piano stradale si potrebbero fare delle aiuole attrezzate, con chioschi e tavolini liberi dove potersi sedere liberamente a sorseggiare una bibita fresca.
Che bello sarebbe.... speriamo che quest'idea possa capitare nelle mani giuste e magari essere attuata.
lunedì 9 agosto 2010
spariscono le buche.... e non solo quelle!!
Ragazzi, forse è una mia impressione ma mi sembra che da qualche tempo a questa parte, in tutta Firenze, stiano fiorendo cantieri di riasfaltatura strade!!! Finalmente direi....
Pare proprio che il buon Renzi stia tenendo fede ad una delle tante promesse fatte e, dopo un annetto di proclami più o meno roboanti, sta mettendo in pratica tante piccole cosette che riallietano lo spirito, in particolare di noi scooteristi, che con tutte quelle buche pareva di fare la Parigi-Dakar.
E poi la perla delle perle.... stamattina alla stazione si sono aperti i cantieri per la demolizione dell'orribile pensilina costruita per i mondiali del 1990 su progetto dell'Arch. Toraldo di Francia. Aldilà della bruttezza dell'opera e del suo scarso inserimento nel contesto, non è mai servita a niente, se non a far da rifugio ai barboni ed a raccogliere ogni genere di sporcizia.
Finalmente si è avuto il coraggio di cancellare un errore grandissimo, con la speranza che il progetto di quella che è una delle principali porte per chi arriva in città, rispetti gli spazi e l'architettura intorno.
La mia piccola idea sarebbe quella di buttare tutto ciò che passa sopra al di sotto del piano stradale, ma forse è troppo ardita!!
Pare proprio che il buon Renzi stia tenendo fede ad una delle tante promesse fatte e, dopo un annetto di proclami più o meno roboanti, sta mettendo in pratica tante piccole cosette che riallietano lo spirito, in particolare di noi scooteristi, che con tutte quelle buche pareva di fare la Parigi-Dakar.
E poi la perla delle perle.... stamattina alla stazione si sono aperti i cantieri per la demolizione dell'orribile pensilina costruita per i mondiali del 1990 su progetto dell'Arch. Toraldo di Francia. Aldilà della bruttezza dell'opera e del suo scarso inserimento nel contesto, non è mai servita a niente, se non a far da rifugio ai barboni ed a raccogliere ogni genere di sporcizia.
Finalmente si è avuto il coraggio di cancellare un errore grandissimo, con la speranza che il progetto di quella che è una delle principali porte per chi arriva in città, rispetti gli spazi e l'architettura intorno.
La mia piccola idea sarebbe quella di buttare tutto ciò che passa sopra al di sotto del piano stradale, ma forse è troppo ardita!!
venerdì 6 agosto 2010
regina margherita
L'altro ieri eravamo piacevolmenti immersi nei giardini dell'Anconella, con la bimba che scorrazzava tra gonfiabili e scivoli vari, ed io la mia signora che ci godevamo la piacevole brezzolina del tardo poemeriggio fiorentino.
Siccome si stava facendo tardi e non avevamo voglia di tornare a casa, cucinare e sfaccendare abbiamo deciso di andare a mangiare una pizza.
Nel pensare a qualcosa di abbastanza vicino e, possibilmente buono, mi è venuto in mente di aver visto (e letto) di un ristorante-pizzeria, il Regina Margherita, che si trova in fondo al viale Europa, dopo la rotatoria per Bagno a Ripoli, all'inizio della strada provinciale per Vallina e Rosano.
Sulla sinistra, arrivando da Firenze, c'è una vecchia colonica ristrutturata e prima c'è un accesso sterrato al parcheggio. Purtroppo non è ben segnalato l'accesso al parcheggio per cui andate piano.
Il posto è carino, nel periodo estivo hanno disposto i tavoli nella corte interna; il complesso è ristrutturato di recente, da fuori sembra anche con gusto, mentre dentro non sono entrato. Appena messi a sedere ci hanno portato un drink di aperitivo, gesto carino, magari sarebbe stato ancora meglio se ci avessero servito anche due noccioline e/o patatine per accompagnare il drink, ma tant'è....
Il menù è improntato a piatti classici, di terra soprattutto ma c'è anche qualcosa di mare; poi voltiamo pagina e leggiamo.... pizzeria napoletana!!! A me si sono illuminati gli occhi e l'appetito si è ingigantito; ancora fresco della pizza buonissima di settimana scorsa al Vico del Carmine (leggi qui), non mi pareva vero di potermi mangiare di nuovo una vera pizza.
Noto subito che i prezzi sono onesti, dai 5 ai 7,50 euri per le varie pizze: noi prendiamo una tonno e cipolle, una margherita ed una regina margherita per me (con bufala).
Siccome eravamo i primi clienti le pizze arrivano in cinque minuti; l'aspetto è invitante, bordo alto, profumo squisito; anche il sapore è molto buono e la pasta è croccante ed asciutta (anche con la bufala che fa molta acqua). Le dimensioni non sono eccezionali, quasi non riempiono neanche il piatto ma sono molto buone.
Forse sono un pochino più pesanti rispetto a quelle di Vico del Carmine, infatti ci siamo alzati un po' più pieni; mia moglie non è riuscita neanche a finirla.
A fine cena ci hanno portato, offerti dalla casa, limoncello, grappa e amaro; un altro piccolo pensiero (dopo quello dell'aperitivo) molto gradito.
Il conto di 30 € è onesto per tre pizze, acqua e birra. Molto contento della scelta. Ci tornerò!
Siccome si stava facendo tardi e non avevamo voglia di tornare a casa, cucinare e sfaccendare abbiamo deciso di andare a mangiare una pizza.
Nel pensare a qualcosa di abbastanza vicino e, possibilmente buono, mi è venuto in mente di aver visto (e letto) di un ristorante-pizzeria, il Regina Margherita, che si trova in fondo al viale Europa, dopo la rotatoria per Bagno a Ripoli, all'inizio della strada provinciale per Vallina e Rosano.
Sulla sinistra, arrivando da Firenze, c'è una vecchia colonica ristrutturata e prima c'è un accesso sterrato al parcheggio. Purtroppo non è ben segnalato l'accesso al parcheggio per cui andate piano.
Il posto è carino, nel periodo estivo hanno disposto i tavoli nella corte interna; il complesso è ristrutturato di recente, da fuori sembra anche con gusto, mentre dentro non sono entrato. Appena messi a sedere ci hanno portato un drink di aperitivo, gesto carino, magari sarebbe stato ancora meglio se ci avessero servito anche due noccioline e/o patatine per accompagnare il drink, ma tant'è....
Il menù è improntato a piatti classici, di terra soprattutto ma c'è anche qualcosa di mare; poi voltiamo pagina e leggiamo.... pizzeria napoletana!!! A me si sono illuminati gli occhi e l'appetito si è ingigantito; ancora fresco della pizza buonissima di settimana scorsa al Vico del Carmine (leggi qui), non mi pareva vero di potermi mangiare di nuovo una vera pizza.
Noto subito che i prezzi sono onesti, dai 5 ai 7,50 euri per le varie pizze: noi prendiamo una tonno e cipolle, una margherita ed una regina margherita per me (con bufala).
Siccome eravamo i primi clienti le pizze arrivano in cinque minuti; l'aspetto è invitante, bordo alto, profumo squisito; anche il sapore è molto buono e la pasta è croccante ed asciutta (anche con la bufala che fa molta acqua). Le dimensioni non sono eccezionali, quasi non riempiono neanche il piatto ma sono molto buone.
Forse sono un pochino più pesanti rispetto a quelle di Vico del Carmine, infatti ci siamo alzati un po' più pieni; mia moglie non è riuscita neanche a finirla.
A fine cena ci hanno portato, offerti dalla casa, limoncello, grappa e amaro; un altro piccolo pensiero (dopo quello dell'aperitivo) molto gradito.
Il conto di 30 € è onesto per tre pizze, acqua e birra. Molto contento della scelta. Ci tornerò!
venerdì 30 luglio 2010
vico del carmine
Ieri sera ho mangiato la Pizza.... quella con la P maiuscola, la vera pizza!!! Siamo andati a mangiare al "Vico del Carmine", in Via Pisana 40/r, zona San Frediano.
Il locale è praticamente una trasposizione di un vicoletto di Napoli, con tanto di panni stesi e balconcini, molto caratteristico.
Il menù è a base di pesce, per lo più, ma noi eravamo lì per la pizza. E devo dire che non siamo rimasti delusi per niente: la pizza è veramente ottima!! Cotta a puntino, crosta alta e croccante (solo sul finire prende un pochino di gommosità, ma appena appena), centro più sottile e ben asciutto e condimento saporito ma non esagerato. Insomma la pizza come Dio comanda, cosa piuttosto rara a Firenze. Abbiamo preso le classiche: margherita, napoli, margherita con bufala e capricciosa e tutte erano ottime.
Poi volevamo finire col dessert; peccato che tra i dolci mancasse la pastiera, che purtroppo ieri non avevano preparato. Comunque ho preso un dolce di ricotta al cioccolato molto buono mentre il babà al rhum che ha preso mia moglie non era buono; non so se dipendeva dal babà o dal rhum di scarsa qualità ma il risultato era un impasto stopposo ed un sapore del liquore che pareva quasi annacquato.... è rimasto tutto nel piatto. Abbastanza buono il tiramisù, anche se era fatto con base di pan di spagna che, sinceramente, non mi pare proprio il massimo.
Abbiamo speso 78 €, cifra equa per 4 pizze, 4 birre e 4 dolci. Le pizze costano mediamente sugli 8 euro, mentre mi pare un po' caro se ci si orienta sui primi e sui secondi di pesce. Però per la pizza lo consiglio assolutamente.
Il servizio è stato veloce e cortese, l'unico appunto è che non ci hanno fatto lo scontrino fiscale (me ne sono accorto quando siamo usciti che quello che ci avevano rilasciato era uno scontrino non fiscale).
Il locale è praticamente una trasposizione di un vicoletto di Napoli, con tanto di panni stesi e balconcini, molto caratteristico.
Il menù è a base di pesce, per lo più, ma noi eravamo lì per la pizza. E devo dire che non siamo rimasti delusi per niente: la pizza è veramente ottima!! Cotta a puntino, crosta alta e croccante (solo sul finire prende un pochino di gommosità, ma appena appena), centro più sottile e ben asciutto e condimento saporito ma non esagerato. Insomma la pizza come Dio comanda, cosa piuttosto rara a Firenze. Abbiamo preso le classiche: margherita, napoli, margherita con bufala e capricciosa e tutte erano ottime.
Poi volevamo finire col dessert; peccato che tra i dolci mancasse la pastiera, che purtroppo ieri non avevano preparato. Comunque ho preso un dolce di ricotta al cioccolato molto buono mentre il babà al rhum che ha preso mia moglie non era buono; non so se dipendeva dal babà o dal rhum di scarsa qualità ma il risultato era un impasto stopposo ed un sapore del liquore che pareva quasi annacquato.... è rimasto tutto nel piatto. Abbastanza buono il tiramisù, anche se era fatto con base di pan di spagna che, sinceramente, non mi pare proprio il massimo.
Abbiamo speso 78 €, cifra equa per 4 pizze, 4 birre e 4 dolci. Le pizze costano mediamente sugli 8 euro, mentre mi pare un po' caro se ci si orienta sui primi e sui secondi di pesce. Però per la pizza lo consiglio assolutamente.
Il servizio è stato veloce e cortese, l'unico appunto è che non ci hanno fatto lo scontrino fiscale (me ne sono accorto quando siamo usciti che quello che ci avevano rilasciato era uno scontrino non fiscale).
martedì 20 luglio 2010
il capriccio
Oggi ho mangiato uno dei gelati più buoni di tutta Firenze. La gelateria Il Capriccio, in via Cento Stelle n. 5
Luciano e Barbara, gestiscono questo locale da qualche anno e sono stati capaci di farsi largo in un quartiere ricco di concorrenza, puntando sulla qualità delle materie prime e su alcune sfiziose delizie che si mostrano nella vetrina d'ingresso. Hanno saputo inoltre puntare su uno dei gusti più classici tra i classici del gelato: il cioccolato!!
Luciano e Barbara, gestiscono questo locale da qualche anno e sono stati capaci di farsi largo in un quartiere ricco di concorrenza, puntando sulla qualità delle materie prime e su alcune sfiziose delizie che si mostrano nella vetrina d'ingresso. Hanno saputo inoltre puntare su uno dei gusti più classici tra i classici del gelato: il cioccolato!!
Cioccolato fondente, cioccolato all'arancia, cioccolato dell'Equador, sono alcune delle varianti proposte e tutte quante meritano un piccolo assaggio.
Il gelato ha la giusta cremosità, non è ghiacciato ed il gusto ti resta in bocca ma senza stuccare; non ti fa venir sete insomma, come molto spesso succede se il gelato è troppo dolce.
Invece dopo che finisci il tuo bel cono ti resta il piacere e la sensazione del fresco gelato.
I gusti variano dai più classici, ai fruttati, con in più alcune novità come l'inglesino, crema arricchita da 100 erbe aromatiche (come mi ha spiegato Barbara) con scaglie di cioccolata.
Io non lo conoscevo e ci sono andato solo perchè conosco Barbara da un sacco di anni e mi pento di aver aspettato così tanto ad andare a trovarla. Adesso che l'ho provato sono sicuro che se passo da quelle parti la voglia di gelato saprò bene come togliermela.
Consiglio spassionato.... andateci!!!!
lunedì 19 luglio 2010
innuendo
Finché il sole sarà in cielo e il deserto sarà di sabbia
Finché le onde si agiteranno nei mari e incontreranno la terra
Finché ci sarà vento e stelle e l'arcobaleno
Fino a quando le montagne si sgretoleranno
trasformandosi in pianure
Oh sì, continueremo a provare
a camminare su quel filo sottile
Oh, continueremo a provarci, sì
Mentre passa il nostro tempo
Finché vivremo secondo razza, colore o religione
Finché governeremo con cieca follia e pura avidità
Con le nostre vite dominate da tradizione, superstizione, falsa religione
Per l'eternità, e oltre ancora
Oh sì, continueremo a provarci
a camminare su quel filo sottile
Oh oh, continueremo a provarci
Fino alla fine dei tempi
Fino alla fine dei tempi
Attraverso il dolore e attraverso tutta la
nostra grandezza
Non offendetevi per questa mia insinuazione
Si può essere tutto ciò che si vuol essere
basta trasformarsi in tutto ciò che si pensa di poter essere
Siate liberi nei movimenti, siate liberi, siate liberi
Arrendetevi al vostro vero io, siate liberi, siate liberi per voi stessi
Se esiste un Dio o un qualsiasi tipo di giustizia sotto questo cielo
Se c'è uno scopo, se esiste una ragione per vivere o morire
Se c'è una risposta alle domande che siamo obbligati a porci
Mostratevi, distruggete le nostre paure, toglietevi la maschera
Oh sì, continueremo a provarci
a camminare su quel filo sottile
Sì, continueremo a sorridere, sì
E quel che sarà sarà
Continueremo a provarci
Continueremo a provarci
Fino alla fine dei tempi
Fino alla fine dei tempi
Fino alla fine dei tempi
Queste parole le voglio dedicare alla memoria di Paolo Borsellino, ucciso 18 anni fa per mano mafiosa.
Che il suo esempio possa aiutarci ad uscire dall'abisso in cui siamo sprofondati
Finché le onde si agiteranno nei mari e incontreranno la terra
Finché ci sarà vento e stelle e l'arcobaleno
Fino a quando le montagne si sgretoleranno
trasformandosi in pianure
Oh sì, continueremo a provare
a camminare su quel filo sottile
Oh, continueremo a provarci, sì
Mentre passa il nostro tempo
Finché vivremo secondo razza, colore o religione
Finché governeremo con cieca follia e pura avidità
Con le nostre vite dominate da tradizione, superstizione, falsa religione
Per l'eternità, e oltre ancora
Oh sì, continueremo a provarci
a camminare su quel filo sottile
Oh oh, continueremo a provarci
Fino alla fine dei tempi
Fino alla fine dei tempi
Attraverso il dolore e attraverso tutta la
nostra grandezza
Non offendetevi per questa mia insinuazione
Si può essere tutto ciò che si vuol essere
basta trasformarsi in tutto ciò che si pensa di poter essere
Siate liberi nei movimenti, siate liberi, siate liberi
Arrendetevi al vostro vero io, siate liberi, siate liberi per voi stessi
Se esiste un Dio o un qualsiasi tipo di giustizia sotto questo cielo
Se c'è uno scopo, se esiste una ragione per vivere o morire
Se c'è una risposta alle domande che siamo obbligati a porci
Mostratevi, distruggete le nostre paure, toglietevi la maschera
Oh sì, continueremo a provarci
a camminare su quel filo sottile
Sì, continueremo a sorridere, sì
E quel che sarà sarà
Continueremo a provarci
Continueremo a provarci
Fino alla fine dei tempi
Fino alla fine dei tempi
Fino alla fine dei tempi
Queste parole le voglio dedicare alla memoria di Paolo Borsellino, ucciso 18 anni fa per mano mafiosa.
Che il suo esempio possa aiutarci ad uscire dall'abisso in cui siamo sprofondati
io speriamo che me la cavo
L'unico titolo che mi viene in mente per raccontare le piccole disavventure che si devono affrontare quando ci si muove nel mare magnum della sanità.... io speriamo che me la cavo!!!!
Andiamo con ordine.
Mercoledì scorso mia moglie cade di bicicletta e si fa male al polso destro; siamo al mare, a Marina di Bibbona, per cui andiamo al pronto soccorso dell'ospedale di Cecina: coda, lastra, polso rotto, gesso, 35 giorni di prognosi.
Tutto più o meno tranquillo, a parte il dolore e l'incazzatura per la vacanza rovinata. Nota di merito per le inferimiere ed i dottori dell'ospedale, tutti molto carini e gentili.
Ci viene prescritto di fissare una visita di controllo con radiografia per la settimana successiva, per vedere se tutto procede bene e noi, dovendo rientrare a Firenze domenica, cioé ieri, dobbiamo organizzarci per fissare la visita a Firenze.
Giovedì mattina comincia l'odissea.
Cerchiamo il numero del CUP che, per chi non lo sapesse, vuol dire Centro Unico Prenotazioni; numero verde, compongo, attendo e.... la chiamata non può essere inoltrata perchè proviene fuori dalla zona di competenza. Questo vuol dire che se uno si trova momentaneamente lontano dalla sua città non può prenotra enessuna visita tramite il CUP... e vabbè, che vuoi che sia, tanto ce l'avrete un parente, un amico, un conoscente che può farvi il favore!!!!
Detto fatto, diamo incarico alla cognata di telefonare e dopo un paio di minuti ci richiama per confermare l'avvenuta prenotazione...... seeee.... magari!!! Dopo un paio di minuti ci richiama per dirci che il CUP non prenota questo tipo di visite urgenti, che seguono una procedura per proprio conto, e dobbiamo rivolgerci direttamente alla struttura presso cui vogliamo recarci. Ma allora perché lo chiamano Centro "Unico" Prenotazioni??? Lo dovrebbero chiamare CQUP.... centro QUASI unico prenotazioni!!!!
Comunque, visto che siamo a Firenze optiamo per il CTO, struttura considerata di eccellenza e quindi le mani migliori presso cui possiamo metterci; c'è stato pure Valentino!!!!
Si cerca il numero dle CTO e si chiama.... ovviamente con questo caldo trovare una persona che sappia di cosa si parla è un'impresa, comunque, dopo vari passaggi di interno parliamo con un addetto che gentilmente ci spiega che questo tipo di controllo, essendo partito da una ASL, deve proseguire con un'altra ASL (mentre il CTO è un'azienda ospedaliera, almento credo di aver capito così) e le uniche a Firenze che fanno visita ortopedica sono Torregalli e S. Maria Nuova.
E vai alla ricerca dei numeri di telefono dei due ospedali.... (da notare che essendo in una casa in affitto eravamo sprovvisti sia di elenco telefonico che di connessione internet, per cui tutte queste ricerche di numeri telefonici le facevamo via cellulare con la solita cognata di prima).
Si chiama Torregalli e si spiega la situazione ma loro ci forniscono una risposta piuttosto sconcertante: le prenotazioni si posso effettuare solo recandoci di persona presso il loro sportello con l'impegnativa.... hai voglia a spiegargli che la cosa ci resta piuttosto complicata, trovandoci noi a più di cento chilometri di distanza, in quel momento.... la zelante impegata non sente ragioni, o così o così.
Con la testa già a pensare a come poter fare ad andare di persona a prenotare una visita, e lasciare la moglie con il braccio ingessato e la figlia di tre anni al mare, senza farsi montare un'incazzatura bestiale, chiamiamo con un briciolo di speranza l'altro ospedale che ci avevano segnalato, S. Maria Nuova, e finalmente......
Dopo oltre un'ora di telefonate e chiacchiere riusciamo a fissare questa benedetta visita ortopedica.
Benvenuti nel mondo reale..... perché, a chiacchiere, ci raccontano di come tutto funziona meravigliosamente bene!!!
Andiamo con ordine.
Mercoledì scorso mia moglie cade di bicicletta e si fa male al polso destro; siamo al mare, a Marina di Bibbona, per cui andiamo al pronto soccorso dell'ospedale di Cecina: coda, lastra, polso rotto, gesso, 35 giorni di prognosi.
Tutto più o meno tranquillo, a parte il dolore e l'incazzatura per la vacanza rovinata. Nota di merito per le inferimiere ed i dottori dell'ospedale, tutti molto carini e gentili.
Ci viene prescritto di fissare una visita di controllo con radiografia per la settimana successiva, per vedere se tutto procede bene e noi, dovendo rientrare a Firenze domenica, cioé ieri, dobbiamo organizzarci per fissare la visita a Firenze.
Giovedì mattina comincia l'odissea.
Cerchiamo il numero del CUP che, per chi non lo sapesse, vuol dire Centro Unico Prenotazioni; numero verde, compongo, attendo e.... la chiamata non può essere inoltrata perchè proviene fuori dalla zona di competenza. Questo vuol dire che se uno si trova momentaneamente lontano dalla sua città non può prenotra enessuna visita tramite il CUP... e vabbè, che vuoi che sia, tanto ce l'avrete un parente, un amico, un conoscente che può farvi il favore!!!!
Detto fatto, diamo incarico alla cognata di telefonare e dopo un paio di minuti ci richiama per confermare l'avvenuta prenotazione...... seeee.... magari!!! Dopo un paio di minuti ci richiama per dirci che il CUP non prenota questo tipo di visite urgenti, che seguono una procedura per proprio conto, e dobbiamo rivolgerci direttamente alla struttura presso cui vogliamo recarci. Ma allora perché lo chiamano Centro "Unico" Prenotazioni??? Lo dovrebbero chiamare CQUP.... centro QUASI unico prenotazioni!!!!
Comunque, visto che siamo a Firenze optiamo per il CTO, struttura considerata di eccellenza e quindi le mani migliori presso cui possiamo metterci; c'è stato pure Valentino!!!!
Si cerca il numero dle CTO e si chiama.... ovviamente con questo caldo trovare una persona che sappia di cosa si parla è un'impresa, comunque, dopo vari passaggi di interno parliamo con un addetto che gentilmente ci spiega che questo tipo di controllo, essendo partito da una ASL, deve proseguire con un'altra ASL (mentre il CTO è un'azienda ospedaliera, almento credo di aver capito così) e le uniche a Firenze che fanno visita ortopedica sono Torregalli e S. Maria Nuova.
E vai alla ricerca dei numeri di telefono dei due ospedali.... (da notare che essendo in una casa in affitto eravamo sprovvisti sia di elenco telefonico che di connessione internet, per cui tutte queste ricerche di numeri telefonici le facevamo via cellulare con la solita cognata di prima).
Si chiama Torregalli e si spiega la situazione ma loro ci forniscono una risposta piuttosto sconcertante: le prenotazioni si posso effettuare solo recandoci di persona presso il loro sportello con l'impegnativa.... hai voglia a spiegargli che la cosa ci resta piuttosto complicata, trovandoci noi a più di cento chilometri di distanza, in quel momento.... la zelante impegata non sente ragioni, o così o così.
Con la testa già a pensare a come poter fare ad andare di persona a prenotare una visita, e lasciare la moglie con il braccio ingessato e la figlia di tre anni al mare, senza farsi montare un'incazzatura bestiale, chiamiamo con un briciolo di speranza l'altro ospedale che ci avevano segnalato, S. Maria Nuova, e finalmente......
Dopo oltre un'ora di telefonate e chiacchiere riusciamo a fissare questa benedetta visita ortopedica.
Benvenuti nel mondo reale..... perché, a chiacchiere, ci raccontano di come tutto funziona meravigliosamente bene!!!
lunedì 28 giugno 2010
koko
Ieri sera sono andato per la prima volta a mangiare al ristorante giapponese. Era da tanto che volevo provare qualcos'altro che non fosse solo sushi; la scelta è caduta sull'ultimo arrivato dei japs a Firenze: il Koko, in piazza Ferrucci.
L'ambiente è molto fashion, con arredi prevalenti sul nero con contrasti dorati. C'è una sala con tavoli normali ed una sala con tavoli bassi in cui ci si siede per terra e le gambe vanno in una specie di nicchia scavata sotto al tavolo (è un po' complicato da spiegare ma spero abbiate capito); una sorta di tatami giapponese insomma. Particolare l'impianto di aria condizionata che viene dalla parete, funzionale per chi siede nel mezzodella sala, un po' meno per chi siede vicino al muro.... un fianco ti si ghiaccia, l'altro è caldo!!! (io e mia moglie ci siamo scambiati di posto a metà cena per cambiare lato di esposizione).
I camerieri sono tutti molto gentili; in questo aspetto è un ristorante multietnico, perché alcuni sono giapponesi, ma non tutti; addirittura quello che sembra un po' il capo ha una marcato accento napoletano!!
Non essendo molto esperti di cibo giapponese non ci sapevamo orientare molto nel ricco menù. Per cui abbiamo iniziato con un sushi misto ed un sashimi piccolo (sinceramente c'era poca differenza tra i due piatti, anche nel prezzo, 16 e 18 euro).
A seguire abbiamo preso un kani guncan ed un futomaki mix; quest'ultimo è un piatto molto ricco e buono, lo consiglio (e non costa neanche troppo, 13 euro). Per finire ci hanno portato una tempura moriawase (gamberoni fritti), buona ma la porzione è veramente mignon (costa 12 euro).
Come dessert abbiamo preso il gelato: tre gusti diversi, wasabi, tè verde e sesamo. Io ero curioso di assaggiare il wasabi, il cui nome mi ricordava un film di qualche hanno fa con Jean Reno (l'attore francese di Leon) e che sapevo essere piccante. In realtà non è solo piccante; ha un gusto orribile, una cosa sinceramente vomitevole e lo dice uno che non è di stomaco troppo fine (ho mangiato di tutto e di peggio), ma questo wasabi proprio non s'ingoia. Il cameriere-capo ha visto che ne avevo solo assaggiato un cucchiaino e, neanche troppo meravigliato, me lo ha ritirato e mi ha portato un gelato al sesamo, sinceramente molto più godibile. Mia moglie ha preso quello al tè verde, molto buono e particolare.
La cena nel complesso è buona, la qualità del pesce mi pare discreta ma non ho molti termini di paragone per dire come si collochi rispetto agli altri. Abbiamo speso 88 €.
L'ambiente è molto fashion, con arredi prevalenti sul nero con contrasti dorati. C'è una sala con tavoli normali ed una sala con tavoli bassi in cui ci si siede per terra e le gambe vanno in una specie di nicchia scavata sotto al tavolo (è un po' complicato da spiegare ma spero abbiate capito); una sorta di tatami giapponese insomma. Particolare l'impianto di aria condizionata che viene dalla parete, funzionale per chi siede nel mezzodella sala, un po' meno per chi siede vicino al muro.... un fianco ti si ghiaccia, l'altro è caldo!!! (io e mia moglie ci siamo scambiati di posto a metà cena per cambiare lato di esposizione).
I camerieri sono tutti molto gentili; in questo aspetto è un ristorante multietnico, perché alcuni sono giapponesi, ma non tutti; addirittura quello che sembra un po' il capo ha una marcato accento napoletano!!
Non essendo molto esperti di cibo giapponese non ci sapevamo orientare molto nel ricco menù. Per cui abbiamo iniziato con un sushi misto ed un sashimi piccolo (sinceramente c'era poca differenza tra i due piatti, anche nel prezzo, 16 e 18 euro).
A seguire abbiamo preso un kani guncan ed un futomaki mix; quest'ultimo è un piatto molto ricco e buono, lo consiglio (e non costa neanche troppo, 13 euro). Per finire ci hanno portato una tempura moriawase (gamberoni fritti), buona ma la porzione è veramente mignon (costa 12 euro).
Come dessert abbiamo preso il gelato: tre gusti diversi, wasabi, tè verde e sesamo. Io ero curioso di assaggiare il wasabi, il cui nome mi ricordava un film di qualche hanno fa con Jean Reno (l'attore francese di Leon) e che sapevo essere piccante. In realtà non è solo piccante; ha un gusto orribile, una cosa sinceramente vomitevole e lo dice uno che non è di stomaco troppo fine (ho mangiato di tutto e di peggio), ma questo wasabi proprio non s'ingoia. Il cameriere-capo ha visto che ne avevo solo assaggiato un cucchiaino e, neanche troppo meravigliato, me lo ha ritirato e mi ha portato un gelato al sesamo, sinceramente molto più godibile. Mia moglie ha preso quello al tè verde, molto buono e particolare.
La cena nel complesso è buona, la qualità del pesce mi pare discreta ma non ho molti termini di paragone per dire come si collochi rispetto agli altri. Abbiamo speso 88 €.
giovedì 27 maggio 2010
ciao Cesare
Vedendoti oggi salutare con commozione ed affetto tutti i presenti fuori dallo stadio, la mente ripercorre gli splendidi 5 anni che abbiamo condiviso. Tu, alfiere di un sogno e noi, cavalieri del tuo regno. Sono stati anni bellissimi, ricchi di soddisfazioni, di bel gioco, e di momenti profondi. Un legame, quello tra te e noi, nato forse ancor prima che tu arrivassi sulla panchina della Viola; nato forse da un gesto semplice eppure straordinario, quando per star vicino alla tua Manuela, lasciasti Roma e la Roma. Un legame che poi è diventato indissolubile quando Lei se n'è andata, e tutta la città si è stretta intorno a te, compatta, unita in un dolore che era anche nostro. Quel minuto di silenzio assoluto è stata una delle emozioni più profonde che io abbia mai vissuto allo stadio.
E poi i trionfi.... quella cavalcata incredibile del primo anno in cui meravigliasti tutti portando una squadra, che era un'incognita, al quarto posto, nell'apoteosi di Verona; e la rimonta incredibile partendo da -19.... la coppa Uefa ed i maledetti rigori..... e la prima Champions vera, con quella rovesciata che è rimasta in tutti i nostri cuori.... e la seconda Champions, più sofferta ma voluta e cercata con il cuore... e poi quest'anno..... Liverpool, Debrecen, Lione, Bayern, una serie di partite memorabili che solo un essere indegno ha interrotto.
Purtroppo poi qualcosa si è rotto, noi non abbiamo ben capito cosa sia successo ma si vedeva che non c'era più lo stesso spirito che ci aveva accompagnato negli anni scorsi.
Ma la vita, come il calcio, è così; dobbiamo guardare avanti. Tu non sarai più il nostro condottiero, ma ciò che hai saputo regalarci, professionalmente ed umanamente, rimarrà sempre con noi.
Buona fortuna Mister, e se sarà la Nazionale la tua prossima tappa forse sarà finalmente l'ora che l'Italia torni simpatica anche a Firenze.
E' stato bello conoscerti.... ciao Cesare.
E poi i trionfi.... quella cavalcata incredibile del primo anno in cui meravigliasti tutti portando una squadra, che era un'incognita, al quarto posto, nell'apoteosi di Verona; e la rimonta incredibile partendo da -19.... la coppa Uefa ed i maledetti rigori..... e la prima Champions vera, con quella rovesciata che è rimasta in tutti i nostri cuori.... e la seconda Champions, più sofferta ma voluta e cercata con il cuore... e poi quest'anno..... Liverpool, Debrecen, Lione, Bayern, una serie di partite memorabili che solo un essere indegno ha interrotto.
Purtroppo poi qualcosa si è rotto, noi non abbiamo ben capito cosa sia successo ma si vedeva che non c'era più lo stesso spirito che ci aveva accompagnato negli anni scorsi.
Ma la vita, come il calcio, è così; dobbiamo guardare avanti. Tu non sarai più il nostro condottiero, ma ciò che hai saputo regalarci, professionalmente ed umanamente, rimarrà sempre con noi.
Buona fortuna Mister, e se sarà la Nazionale la tua prossima tappa forse sarà finalmente l'ora che l'Italia torni simpatica anche a Firenze.
E' stato bello conoscerti.... ciao Cesare.
lunedì 24 maggio 2010
lo svuota cantine
Sabato scorso, 22 maggio, a Bagno a Ripoli c'era la festa della primavera e per l'occasione l'associazione pro-Bagno a Ripoli ha organizzato lo "svuota cantine", mercatino dell'usato dove ognuno può vendere ciò che negli anni ha accumulato in cantine, garages e ripostigli strabordanti di cianfrusaglie; bastava una pre iscrizione di 20 € per avere in dote una banchino dove poter esporre la mercanzia.
E così mi sono lanciato nella mia prima avventura da commerciante e, dirò la verità, mi sono proprio divertito. E' massacrante perchè dalle 8 di mattina alle 8 di sera sei sul pezzo, poi prima devi caricare l'ape di tutte le scatole e alla fine devi ricaricare l'invenduto, riportarlo a casa e scaricarlo di nuovo, però a stare lì ti diverti, scambi due chiacchiere col vicino di banco, cerchi di piazzare la merce ai possibili acquirenti, contratti sui prezzi.... insomma è stata una giornata piacevole. Poi si vendono delle cose inimmaginabili!!! Quello che per te è un obbrobrio non degno più neanche della cantina a qualcuno piace e te lo paga pure... meglio di così!!
Ancora più piacevole è stata la conta dell'incasso.... roba da non credere!!!
Mi hanno detto gli organizzatori che a settembre forse lo riorganizzano perché è stato un gran successone; io mi sono già prenotato per ritornarci.
E così mi sono lanciato nella mia prima avventura da commerciante e, dirò la verità, mi sono proprio divertito. E' massacrante perchè dalle 8 di mattina alle 8 di sera sei sul pezzo, poi prima devi caricare l'ape di tutte le scatole e alla fine devi ricaricare l'invenduto, riportarlo a casa e scaricarlo di nuovo, però a stare lì ti diverti, scambi due chiacchiere col vicino di banco, cerchi di piazzare la merce ai possibili acquirenti, contratti sui prezzi.... insomma è stata una giornata piacevole. Poi si vendono delle cose inimmaginabili!!! Quello che per te è un obbrobrio non degno più neanche della cantina a qualcuno piace e te lo paga pure... meglio di così!!
Ancora più piacevole è stata la conta dell'incasso.... roba da non credere!!!
Mi hanno detto gli organizzatori che a settembre forse lo riorganizzano perché è stato un gran successone; io mi sono già prenotato per ritornarci.
giovedì 20 maggio 2010
pepita
Ieri giornata speciale....
Una piccola gattina ha fatto il suo ingresso in casa nostra. Era da un po' di tempo che avevamo voglia di una pallina di pelo che zampettasse per casa. Da quando la nostra Bibi è morta, due anni e mezzo or sono, abbiamo avuto bisogno di qualche tempo per elaborare la cosa e per farci ritornare la voglia di un gatto in casa. Da qualche mese avevamo messo in giro la voce e qualche settimana fa abbiamo avuto notizia di questa gattina, abbandonata dalla sua mamma, che era in fase di svezzamento. La settimana scorsa ci hanno chiamato dicendoci che era pronta per essere presa, sicché ieri siamo andati.
La Laura non sta più nella pelle, vuole accarezzarla, giocarci, ma è presto; la piccola Pepita avrà bisogno di qualche giorno per ambientarsi; adesso è un po' spaurita, non conosce ancora la casa, deve esplorare, capire, annusare; però l'impatto è stato buono, ha mangiato, ha fatto i suoi bisogni, ha giocherellato con i sonagli e si è presa le sue prime coccole.
Ma è così piccina!! Ha solo 45 giorni e si vede che ha sofferto l'abbandono della sua mamma. Però avrà l'amore che si merita.
Eccola.... questa è Pepita.
Una piccola gattina ha fatto il suo ingresso in casa nostra. Era da un po' di tempo che avevamo voglia di una pallina di pelo che zampettasse per casa. Da quando la nostra Bibi è morta, due anni e mezzo or sono, abbiamo avuto bisogno di qualche tempo per elaborare la cosa e per farci ritornare la voglia di un gatto in casa. Da qualche mese avevamo messo in giro la voce e qualche settimana fa abbiamo avuto notizia di questa gattina, abbandonata dalla sua mamma, che era in fase di svezzamento. La settimana scorsa ci hanno chiamato dicendoci che era pronta per essere presa, sicché ieri siamo andati.
La Laura non sta più nella pelle, vuole accarezzarla, giocarci, ma è presto; la piccola Pepita avrà bisogno di qualche giorno per ambientarsi; adesso è un po' spaurita, non conosce ancora la casa, deve esplorare, capire, annusare; però l'impatto è stato buono, ha mangiato, ha fatto i suoi bisogni, ha giocherellato con i sonagli e si è presa le sue prime coccole.
Ma è così piccina!! Ha solo 45 giorni e si vede che ha sofferto l'abbandono della sua mamma. Però avrà l'amore che si merita.
Eccola.... questa è Pepita.
martedì 18 maggio 2010
ronnie james dio
Un omaggio doveroso alla grandissima voce di R.J.Dio, che si è spenta ieri a soli 67 anni. Cantante piccolo ma dalla voce portentosa ha fatto parte di gruppi mitici del panorama rock. Dai Rainbow insieme e Ritchie Blackmore, ai Black Sabbath (al posto di Ozzie Osbourne) ha scandito con le sue doti molti anni di hard rock.
lascia un grande vuoto....
lascia un grande vuoto....
lunedì 17 maggio 2010
ataf... che passione
Che bello!!
Oggi dopo molto tempo ho avuto la fortuna di prendere l'autobus per far un tragitto di 5 chilometri, da Piazza San Marco a Novoli.
Stamattina tutto tranquillo, in poco più di venti minuti sono arrivato, con tempi d'attesa minimi ed un traffico che, stranamente, correva tranquillo (forse perchè il lunedì mattina i negozi sono chiusi).
Oggi pomeriggio dovevo fare il tragitto all'inverso e sono cominciati subito i dolori. Da bravo precisino quale sono, mi ero premunito di orari e cambi da effettuare sul bellissimo e funzionale sito dell'ataf (per chi volesse verificare come non realizzare un sito web può andare a vedere qui).
Ore 17.08, autobus 17B.... ovviamente non si vede all'orizzonte, ma alle 17,15 circa passa un 17C; poco male, tanto devo scendere prima della diramazione tra B e C. In via della Scala il semaforo è lentissimo, fra tramvia e traffico ci perdiamo circa 10 minuti. In via delle Porte Nuove devo cambiare e prendere il 29 o il 30 ma dopo 10 minuti di attesa in cui non se ne vede l'ombra mi accontento, si fa per dire di un buon 22 che mi porta lo stesso in zona. Caos in via di Novoli (strano!?!?!?) e arrivo a destinazione quasi alle 18!!! Niente male, 50 minuti per fare, 4.7 km. Ho controllato su Google maps e per fare lo stesso tragitto a piedi ci avrei messo 58 minuti.... praticamente ho buttato via i soldi del biglietto!!!
Oggi dopo molto tempo ho avuto la fortuna di prendere l'autobus per far un tragitto di 5 chilometri, da Piazza San Marco a Novoli.
Stamattina tutto tranquillo, in poco più di venti minuti sono arrivato, con tempi d'attesa minimi ed un traffico che, stranamente, correva tranquillo (forse perchè il lunedì mattina i negozi sono chiusi).
Oggi pomeriggio dovevo fare il tragitto all'inverso e sono cominciati subito i dolori. Da bravo precisino quale sono, mi ero premunito di orari e cambi da effettuare sul bellissimo e funzionale sito dell'ataf (per chi volesse verificare come non realizzare un sito web può andare a vedere qui).
Ore 17.08, autobus 17B.... ovviamente non si vede all'orizzonte, ma alle 17,15 circa passa un 17C; poco male, tanto devo scendere prima della diramazione tra B e C. In via della Scala il semaforo è lentissimo, fra tramvia e traffico ci perdiamo circa 10 minuti. In via delle Porte Nuove devo cambiare e prendere il 29 o il 30 ma dopo 10 minuti di attesa in cui non se ne vede l'ombra mi accontento, si fa per dire di un buon 22 che mi porta lo stesso in zona. Caos in via di Novoli (strano!?!?!?) e arrivo a destinazione quasi alle 18!!! Niente male, 50 minuti per fare, 4.7 km. Ho controllato su Google maps e per fare lo stesso tragitto a piedi ci avrei messo 58 minuti.... praticamente ho buttato via i soldi del biglietto!!!
martedì 20 aprile 2010
il ristoro di lamole
Per festeggiare il compleanno della nonna siamo andati a mangiare al paesello natio di mio babbo, Casole, quattro case sparse nel cuore del Chianti, che possiamo ammirare nella foto qui sotto
Il Ristoro di Lamole, situato nell'omonima località (distante 3/4 chilometri da Casole) è un bel ristorante con una veranda che domina incontrastata tutta la vallata
e sicuramente si farà apprezzare molto di più in una bella serata estiva.
Ma lasciamo perdere troppi discorsi e passiamo al sodo.... la pappa!!!
Abbiamo iniziato con gli antipasti ed io ho optato per una mousse al tartufo nero, che si presentava molto bene, sia alla vista che al palato: delicata nel sapore, con un ottimo contrasto negli ingredienti base della mousse che esaltavano il sapore deciso del tartufo. Mi ha veramente aperto lo stomaco.
Di primo ho preso le classiche ma sempre valide pappardelle al cinghiale, buone anche se un po' scarsine nella porzione; nota di merito per la scelta delle crespelle ai carciofi, servite con una
bella presentazione e molto delicate nel sapore.
Di secondo, oltre alla classica tagliata, molto apprezzato è stato l'agnello al forno, ben preparato e cotto a puntino.
Il tutto è stato annaffiato da un ottimo vino delle cantine di Lamole; visto il posto è inutile andare a cercare chissà cosa.... siamo nel meglio del meglio!!
Visto che si giocava quasi in casa a fine pasto ci viene offerto un assaggio di un ottimo formaggio sardo, di cui purtroppo non ricordo più il nome, abbianto ad una bottiglia di Moscato di Asti; una piccola attenzione al cliente che merita la segnalazione.
Passiamo ai dolci; io ho preso una mousse all'arancia cremosa e delicata, veramente degna conclusione di un ottimo pasto.
Il conto che ci hanno presentato, circa 40 € a testa, vale senz'altro per l'ottima qualità delle proposte, un pochino meno per la quantità.
E' comunque da consigliare per un gita fuori porta, vale la pena anche per il contesto in cui è immerso.
Il Ristoro di Lamole, situato nell'omonima località (distante 3/4 chilometri da Casole) è un bel ristorante con una veranda che domina incontrastata tutta la vallata
e sicuramente si farà apprezzare molto di più in una bella serata estiva.
Ma lasciamo perdere troppi discorsi e passiamo al sodo.... la pappa!!!
Abbiamo iniziato con gli antipasti ed io ho optato per una mousse al tartufo nero, che si presentava molto bene, sia alla vista che al palato: delicata nel sapore, con un ottimo contrasto negli ingredienti base della mousse che esaltavano il sapore deciso del tartufo. Mi ha veramente aperto lo stomaco.
Di primo ho preso le classiche ma sempre valide pappardelle al cinghiale, buone anche se un po' scarsine nella porzione; nota di merito per la scelta delle crespelle ai carciofi, servite con una
bella presentazione e molto delicate nel sapore.
Di secondo, oltre alla classica tagliata, molto apprezzato è stato l'agnello al forno, ben preparato e cotto a puntino.
Il tutto è stato annaffiato da un ottimo vino delle cantine di Lamole; visto il posto è inutile andare a cercare chissà cosa.... siamo nel meglio del meglio!!
Visto che si giocava quasi in casa a fine pasto ci viene offerto un assaggio di un ottimo formaggio sardo, di cui purtroppo non ricordo più il nome, abbianto ad una bottiglia di Moscato di Asti; una piccola attenzione al cliente che merita la segnalazione.
Passiamo ai dolci; io ho preso una mousse all'arancia cremosa e delicata, veramente degna conclusione di un ottimo pasto.
Il conto che ci hanno presentato, circa 40 € a testa, vale senz'altro per l'ottima qualità delle proposte, un pochino meno per la quantità.
E' comunque da consigliare per un gita fuori porta, vale la pena anche per il contesto in cui è immerso.
giovedì 25 marzo 2010
il giro d'italia in 500
La proposta é di quelle che non si possono rifiutare! Partecipare come co-pilota al giro d'Italia in solitaria con una Fiat 500 del 1970. L'arteficie della proposta è un mattacchione 68enne che ha deciso di affrontare questa affascinante avventura. Si tratta dell'unico e solo Pas, al secolo Pasquale Tedesco, professione nonno, zio, amico, ma soprattutto persona ricca di entusiasmo e voglia di vivere. La proposta prevedeva di accompagnarlo nella tappa odierna del suo giro, da Firenze a Perugia passando per Siena.
Ho accettato con molto piacere, non poteva essere altrimenti; é difficile restare indifferenti ad un fiume un piena, travolgente e straripante di simpatia.
Si parte alle 10 da casa mia, dove lo zio era arrivato ieri sera da Viareggio. Prima di affrontare la tappa ci fermiamo da Sandro, il meccanico, per un breve check up, e poi... via, direzione Siena. Su mio consiglio prendiamo la Chiantigiana, più impegnativa per la piccola 500, ma senz'altro più bella rispetto alla Cassia. Si percorre in scioltezza il primo tratto e facciamo la prima sosta a Greve in Chianti; caffè e foto di rito e si sale lungo la difficile salita di Panzano... puf puf!! É una bella fatica ma il panorama che ci fermiamo ad ammirare ci ripaga con gli interessi.
Si prosegue tra saliscendi alla volta di Castellina in Chianti dove ci fermiamo ad una cantina sociale per un goccio di buon vino rosso; tre turiste cinesi rimangono affascinate dalla piccolina e non la finiscono più di farsi e farci fotografie.
Il viaggio prosegue e si arriva a Siena, dove ci è concesso di entrare in centro; per un attimo l'attenzione delle migliaia di turisti che affollano le stradine della città si riversano su di noi; fa impressione la curiosità e il fascino che esercita sulla gente un'avventura così semplice ma allo stesso tempo così particolare.
Un piatto di Pici senesi e poi si riparte, direzione Perugia; sosta GPL con relativa curiosità del benzinaio: "ma come, va a GPL?" Ebbene si, è una vecchietta che si è rifatta il look per adeguarsi ai tempi moderni.
Si prosegue verso la meta; la strada adesso è un po' più noiosa ed allora c'è tempo di chiacchierare e programmare la fine di questo viaggio, che avverrà domani con il ritorno a Roma (da dove tutto era partito, il 26 febbraio scorso). Qualche telefonata e si avviano i preparativi per i festeggiamenti.
Intanto arriviamo nei pressi del Lago Trasimeno e facciamo una breve sosta a Passignano; c'è un bel solicino e si sta bene seduti sulle rive del lago. Ma il tempo stringe, dobbiamo affrettare il passo verso Perugia, che ci accoglie verso le 17,00. Breve giro in città e poi ci fermiamo alla stazione, dove saluto lo zione per prendere il treno che mi riaccompagna a casa.
E' stata una giornata speciale, di quelle che ti porti dentro, di quelle che ricorderai con le molte foto che ci siamo scattati; una giornata da incorniciare.
Grazie Pas, grazie piccola 500. Arrivederci.
Ho accettato con molto piacere, non poteva essere altrimenti; é difficile restare indifferenti ad un fiume un piena, travolgente e straripante di simpatia.
Si parte alle 10 da casa mia, dove lo zio era arrivato ieri sera da Viareggio. Prima di affrontare la tappa ci fermiamo da Sandro, il meccanico, per un breve check up, e poi... via, direzione Siena. Su mio consiglio prendiamo la Chiantigiana, più impegnativa per la piccola 500, ma senz'altro più bella rispetto alla Cassia. Si percorre in scioltezza il primo tratto e facciamo la prima sosta a Greve in Chianti; caffè e foto di rito e si sale lungo la difficile salita di Panzano... puf puf!! É una bella fatica ma il panorama che ci fermiamo ad ammirare ci ripaga con gli interessi.
Si prosegue tra saliscendi alla volta di Castellina in Chianti dove ci fermiamo ad una cantina sociale per un goccio di buon vino rosso; tre turiste cinesi rimangono affascinate dalla piccolina e non la finiscono più di farsi e farci fotografie.
Il viaggio prosegue e si arriva a Siena, dove ci è concesso di entrare in centro; per un attimo l'attenzione delle migliaia di turisti che affollano le stradine della città si riversano su di noi; fa impressione la curiosità e il fascino che esercita sulla gente un'avventura così semplice ma allo stesso tempo così particolare.
Un piatto di Pici senesi e poi si riparte, direzione Perugia; sosta GPL con relativa curiosità del benzinaio: "ma come, va a GPL?" Ebbene si, è una vecchietta che si è rifatta il look per adeguarsi ai tempi moderni.
Si prosegue verso la meta; la strada adesso è un po' più noiosa ed allora c'è tempo di chiacchierare e programmare la fine di questo viaggio, che avverrà domani con il ritorno a Roma (da dove tutto era partito, il 26 febbraio scorso). Qualche telefonata e si avviano i preparativi per i festeggiamenti.
Intanto arriviamo nei pressi del Lago Trasimeno e facciamo una breve sosta a Passignano; c'è un bel solicino e si sta bene seduti sulle rive del lago. Ma il tempo stringe, dobbiamo affrettare il passo verso Perugia, che ci accoglie verso le 17,00. Breve giro in città e poi ci fermiamo alla stazione, dove saluto lo zione per prendere il treno che mi riaccompagna a casa.
E' stata una giornata speciale, di quelle che ti porti dentro, di quelle che ricorderai con le molte foto che ci siamo scattati; una giornata da incorniciare.
Grazie Pas, grazie piccola 500. Arrivederci.
lunedì 15 marzo 2010
abetone
La settimana scorsa ho trascorso un fine settimana all'Abetone. Da quando abbiamo venduto la casa dei miei, 5-6 anni or sono, non ci ero più tornato.
Abbiamo fissato un hotel a Pian di Novello, l'Albergo La Villa, semplice e tranquillo, senza pretese, ma con un ristorante di buon livello.
La neve è abbondante, nevica quando arriviamo, ghiaccio sulle strade e catene. La montgna innevata ti mette sempre addosso quella bella sensazione di quiete e di relax.... tutto molto bello!!
Il sabato è una giornata splendida, sole che abbaglia, quidni si va. Dopo un'ottima e abbondante colazione in hotel, buonissimi i biscotti fatti in casa, ci muoviamo verso Le Regine dove ci hanno detto che c'è il Kinder park, un parco giochi con slittini e attrazioni per i più piccoli.
C'è gran traffico sulle strade abetonesi, d'altra parte la giornata invita a salire, e come al solito i parcheggi scarseggiano, passano gli anni ma il problema è sempre lo stesso. Comunque ci arrangiamo, sperando che non passi il carro attrezzi.
Il parco è bellino, l'hanno ricavato dove prima c'era il campo scuola (mi pare), ed è formato da un'area gratuita dove si può sostare con i bimbi e divertirsi con alcuni giochini; invece nella zona a pagamento ci sono tre "piste" per scivolare: una con gli sci, una con gli slittini ed una con i gommoni; per risalire hanno messo due tapis roulant. Costa 8 € la prima ora, 2 ogni ora successiva e pagano solo gli adulti.
Tralasciando gli sci per i quali ci sarà tempo e modo, ci siamo fiondati verso gli slittini. La Laura è impazzita dall'eccitazione e si è galvanizzata tantissimo a scendere, sia col babbo che con la mamma. Poi si voleva provare i gommoni ma la piccola è un po' titubante; pian piano lascia convincere, con evidenti risultati.
E' divertente scivolare tra paraboliche e curvoni a bordo di una specie di ciambellone.
La Laura non la finisce più di urlare la sua gioia. La giornata scivola insieme a noi e la stanchezza alla sera è tanta, ma al contempo dà una gran soddisfazione aver trascorso una giornata all'aria aperta a scavallare.
La domenica il tempo è all'opposto: nevica. Però, visto che abbiamo solo oggi e poi rientriamo a casa, affrontiamo il maltempo e ritorniamo al parco, la Laura non si tiene. Purtroppo le condizioni meteo non rendono la neve scivolosa come il giorno prima e comunque ci divertiamo lo stesso. Un'altra mattinata allegra, questo parco è davvero una bella idea.
A pranzo ci fermiamo al Ristorante Albergo "Da Tosca", proprio sulla statale, a Le Regine. Molto buona sia la pasta che il filetto; data la comodità dell'ubicazione credo che sia preferibile anche come soluzione per la notte, magari costa un po' di più però ti eviti di muovere la macchina.
Rientro a casa, stanchezza e felicità, siamo stati proprio bene!!
Abbiamo fissato un hotel a Pian di Novello, l'Albergo La Villa, semplice e tranquillo, senza pretese, ma con un ristorante di buon livello.
La neve è abbondante, nevica quando arriviamo, ghiaccio sulle strade e catene. La montgna innevata ti mette sempre addosso quella bella sensazione di quiete e di relax.... tutto molto bello!!
Il sabato è una giornata splendida, sole che abbaglia, quidni si va. Dopo un'ottima e abbondante colazione in hotel, buonissimi i biscotti fatti in casa, ci muoviamo verso Le Regine dove ci hanno detto che c'è il Kinder park, un parco giochi con slittini e attrazioni per i più piccoli.
C'è gran traffico sulle strade abetonesi, d'altra parte la giornata invita a salire, e come al solito i parcheggi scarseggiano, passano gli anni ma il problema è sempre lo stesso. Comunque ci arrangiamo, sperando che non passi il carro attrezzi.
Il parco è bellino, l'hanno ricavato dove prima c'era il campo scuola (mi pare), ed è formato da un'area gratuita dove si può sostare con i bimbi e divertirsi con alcuni giochini; invece nella zona a pagamento ci sono tre "piste" per scivolare: una con gli sci, una con gli slittini ed una con i gommoni; per risalire hanno messo due tapis roulant. Costa 8 € la prima ora, 2 ogni ora successiva e pagano solo gli adulti.
Tralasciando gli sci per i quali ci sarà tempo e modo, ci siamo fiondati verso gli slittini. La Laura è impazzita dall'eccitazione e si è galvanizzata tantissimo a scendere, sia col babbo che con la mamma. Poi si voleva provare i gommoni ma la piccola è un po' titubante; pian piano lascia convincere, con evidenti risultati.
E' divertente scivolare tra paraboliche e curvoni a bordo di una specie di ciambellone.
La Laura non la finisce più di urlare la sua gioia. La giornata scivola insieme a noi e la stanchezza alla sera è tanta, ma al contempo dà una gran soddisfazione aver trascorso una giornata all'aria aperta a scavallare.
La domenica il tempo è all'opposto: nevica. Però, visto che abbiamo solo oggi e poi rientriamo a casa, affrontiamo il maltempo e ritorniamo al parco, la Laura non si tiene. Purtroppo le condizioni meteo non rendono la neve scivolosa come il giorno prima e comunque ci divertiamo lo stesso. Un'altra mattinata allegra, questo parco è davvero una bella idea.
A pranzo ci fermiamo al Ristorante Albergo "Da Tosca", proprio sulla statale, a Le Regine. Molto buona sia la pasta che il filetto; data la comodità dell'ubicazione credo che sia preferibile anche come soluzione per la notte, magari costa un po' di più però ti eviti di muovere la macchina.
Rientro a casa, stanchezza e felicità, siamo stati proprio bene!!
martedì 16 febbraio 2010
da que' ganzi
Era tanto che volevo provare ad andare a mangiare alla Trattoria Osteria Da que' Ganzi, di cui avevo sentito parlare molto bene. Si trova in Via Ghibellina, quasi di fronte a Pinchiorri.
Purtroppo non abbiamo scelto la serata migliore per provarlo visto che ci siamo andati domenica scorsa, giorno di San Valentino, per cui la cena era organizzata con il menù fisso ( a scelta di carne o pesce), a € 35 escluso il vino.
Io e mia moglie abbiamo optato per il menù di pesce, come al solito, e la proposta era la seguente:
Antipasti
Sformatino di branzino e gamberi con pesto leggero
Polpo al vapore con riduzione di aceto balsamico
Primi piatti
Strozzapreti con scampi, carciofi morelli e zafferano
Sfogliatina di salmone alla vodka
Secondi piatti
Saltimbocca d'orata con pancetta e patate
Fritto di gamberi, calamari e zucchine in tempura piccante
Dessert
Tiramisù al mascarpone con fragole
Caffè
Un'accurata carta dei vini, con un ricarico neanche eccessivo, permette di scegliere tra etichette particolari, sicuramente non tra le più note; questo sottolinea senz'altro la competenza della signora Meri, la patron, che è la sommelier del locale (con una curiosa inversione dei ruoli, di solito la donna cucina e l'uomo beve). Io ho scelto un Polena Donnafugata, vino siciliano (secondo me sono i migliori, hanno un aroma e dei sapori inconfondibili e si sposano a meraviglia con un pasto di pesce) molto buono, servito con cestello per mantenerlo fresco al punto giusto.
Il locale è stato ristrutturato in maniera semplice ma gradevole, volte in mattoni a facciavista e ambiente rustico, nel complesso carino.
L'accoglienza nel locale è stata "preparata" per le coppiette: lume di candela, una rosa rossa per la signora e due baci perugina. Purtroppo ci è toccato il tavolo vicino alla porta, che forse sarebbe il caso di dotare di molla per la chiusura automatica, vista l'atavica ignoranza dell'uomo perennemente nato in barca; comunque ho chiesto gentilmente di provvedere ed una delle cameriere stava attenta, tutte le volte che entrava qualcuno, a chiudere la porta.
Il servizio è stato ottimo, veloce (anche troppo), e attento.... ma veniamo alla cena.
Gli antipasti erano molto buoni, lo sformato aveva un gusto delicato e piacevole, il polpo (più classico) si sposava bene con l'aceto balsamico.
Sui primi siamo rimasti entrambi un pochino più delusi; gli strozzapreti non erano male ma io non sono un grande amante dei carciofi, per cui ne avrei fatto anche a meno (la fregatura del menù senza alternativa); la sfogliatina, praticamente una crepes, era molto piena di salmone e sopra c'era una passata, credo di besciamella, alla vodka che risultava un po' amarognola.
I saltimbocca erano molto buoni, un letto di patate tagliate a dischetto, con sopra un filetto di orata ed una fettina di pancetta, semplice ma gustoso.
Il fritto lo avevo sentito rammentare come piatto forte ma mi è risultato un po' pesante. La tempura era eccessiva (anche se il piccantino ci stava bene) ed i gamberi non erano sgusciati, ed essendo grandi si sentiva la buccia; a me non da troppo fastidio, io non li sguscio mai perché mi fa fatica, ma mia moglie li sgusciava per cui doveva togliergli anche la doratura.
Io non sono un grande esperto e ci ponevamo il quesito cercando di ricordare altre fritture mangiate.... ma i gamberi si sgusciano prima di friggerli?
Il dolce è arrivato immediatamente dopo il secondo, fin troppo presto; non ci hanno dato neanche il tempo di rilassarci un attimo e, dopo una cena tutto sommato piuttosto abbondante, un pochino più di respiro tra un piatto e l'altro non ci sarebbe stato male.
Il giudizio complessivo è buono ma mi riservo di provarlo in un occasione meno stereotipata
Purtroppo non abbiamo scelto la serata migliore per provarlo visto che ci siamo andati domenica scorsa, giorno di San Valentino, per cui la cena era organizzata con il menù fisso ( a scelta di carne o pesce), a € 35 escluso il vino.
Io e mia moglie abbiamo optato per il menù di pesce, come al solito, e la proposta era la seguente:
Antipasti
Sformatino di branzino e gamberi con pesto leggero
Polpo al vapore con riduzione di aceto balsamico
Primi piatti
Strozzapreti con scampi, carciofi morelli e zafferano
Sfogliatina di salmone alla vodka
Secondi piatti
Saltimbocca d'orata con pancetta e patate
Fritto di gamberi, calamari e zucchine in tempura piccante
Dessert
Tiramisù al mascarpone con fragole
Caffè
Un'accurata carta dei vini, con un ricarico neanche eccessivo, permette di scegliere tra etichette particolari, sicuramente non tra le più note; questo sottolinea senz'altro la competenza della signora Meri, la patron, che è la sommelier del locale (con una curiosa inversione dei ruoli, di solito la donna cucina e l'uomo beve). Io ho scelto un Polena Donnafugata, vino siciliano (secondo me sono i migliori, hanno un aroma e dei sapori inconfondibili e si sposano a meraviglia con un pasto di pesce) molto buono, servito con cestello per mantenerlo fresco al punto giusto.
Il locale è stato ristrutturato in maniera semplice ma gradevole, volte in mattoni a facciavista e ambiente rustico, nel complesso carino.
L'accoglienza nel locale è stata "preparata" per le coppiette: lume di candela, una rosa rossa per la signora e due baci perugina. Purtroppo ci è toccato il tavolo vicino alla porta, che forse sarebbe il caso di dotare di molla per la chiusura automatica, vista l'atavica ignoranza dell'uomo perennemente nato in barca; comunque ho chiesto gentilmente di provvedere ed una delle cameriere stava attenta, tutte le volte che entrava qualcuno, a chiudere la porta.
Il servizio è stato ottimo, veloce (anche troppo), e attento.... ma veniamo alla cena.
Gli antipasti erano molto buoni, lo sformato aveva un gusto delicato e piacevole, il polpo (più classico) si sposava bene con l'aceto balsamico.
Sui primi siamo rimasti entrambi un pochino più delusi; gli strozzapreti non erano male ma io non sono un grande amante dei carciofi, per cui ne avrei fatto anche a meno (la fregatura del menù senza alternativa); la sfogliatina, praticamente una crepes, era molto piena di salmone e sopra c'era una passata, credo di besciamella, alla vodka che risultava un po' amarognola.
I saltimbocca erano molto buoni, un letto di patate tagliate a dischetto, con sopra un filetto di orata ed una fettina di pancetta, semplice ma gustoso.
Il fritto lo avevo sentito rammentare come piatto forte ma mi è risultato un po' pesante. La tempura era eccessiva (anche se il piccantino ci stava bene) ed i gamberi non erano sgusciati, ed essendo grandi si sentiva la buccia; a me non da troppo fastidio, io non li sguscio mai perché mi fa fatica, ma mia moglie li sgusciava per cui doveva togliergli anche la doratura.
Io non sono un grande esperto e ci ponevamo il quesito cercando di ricordare altre fritture mangiate.... ma i gamberi si sgusciano prima di friggerli?
Il dolce è arrivato immediatamente dopo il secondo, fin troppo presto; non ci hanno dato neanche il tempo di rilassarci un attimo e, dopo una cena tutto sommato piuttosto abbondante, un pochino più di respiro tra un piatto e l'altro non ci sarebbe stato male.
Il giudizio complessivo è buono ma mi riservo di provarlo in un occasione meno stereotipata
giovedì 28 gennaio 2010
pecore 2.0
Oggi ho letto sul blog di Claudio Messora questo bell'articolo che dovrebbe far riflettere chiunque abbia il tempo e la voglia di leggerlo; io lo consiglio.
La pecora 2.0
di byoblu | del pubblicato il 26/01/2010
Tieniti aggiornato su : http://www.byoblu.com
La pecora 2.0
di byoblu | del pubblicato il 26/01/2010
Tieniti aggiornato su : http://www.byoblu.com
mercoledì 27 gennaio 2010
giornata della memoria
"La loro vita è breve e il loro numero sterminato; sono loro i sommersi; loro la massa anonima, continuamente rinnovata e sempre identica, dei non-uomini che marciano e faticano in silenzio, spenta in loro la scintilla divina, già troppo vuoti per soffrire veramente. Si esita a chiamarli vivi: si esita a chiamar morte la loro morte, davanti a cui essi non temono perché sono troppo stanchi per comprenderla."
Primo Levi, Se questo è un uomo
Queste parole, tratte dal libro di Primo Levi, sono così significative ed intense da essere attuali anche a distanza di decine di anni.
Una volta raccontavano l'immane tragedia vissuta da milioni di persone, uomini e donne, che qualcuno aveva deciso che non erano degni di vivere.
Oggi ci raccontano di migliaia e migliaia di disperati che scappano dalle loro terre per cercare un futuro migliore.
Non dimenticare ieri vuol dire anche e soprattutto vedere e comprendere l'oggi.
Primo Levi, Se questo è un uomo
Queste parole, tratte dal libro di Primo Levi, sono così significative ed intense da essere attuali anche a distanza di decine di anni.
Una volta raccontavano l'immane tragedia vissuta da milioni di persone, uomini e donne, che qualcuno aveva deciso che non erano degni di vivere.
Oggi ci raccontano di migliaia e migliaia di disperati che scappano dalle loro terre per cercare un futuro migliore.
Non dimenticare ieri vuol dire anche e soprattutto vedere e comprendere l'oggi.
lunedì 25 gennaio 2010
la grotta del funaro
Venerdì scorso, per festeggiare il mio anniversario di matrimonio, sono andato ad Orvieto e la sera a cena, abbiamo festeggiato al Ristorante Le grotte del funaro.
Si tratta di un locale molto caratterstico e suggestivo, tutto ricavato in antiche grotte scavate nel tufo, che un tempo ospitava una bottega, quella del funaro appunto (colui che faceva le funi), in cui un attento restauro ha permesso di ricavare un bel locale, molto intimo e molto particolare.
Servizio ottimo e menù che, sulla carta, si presenta molto stuzzicante; comprende sia carne che pesce anche se la prevalenza è ovviamente sulle prime.
Iniziamo con due antipasti molto particolari: tortino di farro e porcini su crema di pecorino, e medaglioni di parmigiano con carpaccio di chianina e rucola. Gustoso e delicato il tortino, molto saporito il secondo; in particolare il carpaccio di chianina mi è piaciuto veramente, la carne era così morbida e l'abbinamento col parmigiano talmente gradevole da farmi tornare l'acquolina in bocca anche adesso che lo scrivo.
Per primo abbiamo assaggiato gli ombrichelli del funaro; si tratta di una pasta tipica fatta in casa, solo acqua e farina, tipo uno spaghetto grosso, condita con una salsa fatta con pomodoro, funghi e salsiccia mi pare, molto saporita, forse anche troppo, comunque buona.
Come piatto forte abbiamo ordinato filetto di chianina al tartufo e coniglio ripieno, entrambi veramente eccellenti. Il filetto era così tenero che si scioglieva in bocca, con il tartufo fresco a scagliettine sopra ed una salsina sempre al tartufo; il coniglio, ripieno con un mix di patate, fegato e non so cos'altro, era molto buono e saporito.
Il dolce l'ho preso solo io, sfondato come sempre... ho scelto una bavarese con scorze d'arancia e crema al gran marnier... squisito!!
Il tutto lo abbiamo mangiato accompagnato da un buon vino locale.
Abbiamo speso 76 € in tutto (con un 10% di sconto perché raccomandati dall'hotel dove dormivamo), che non mi pare una cifra esagerata, in considerazione della qualità del cibo e del servizio offerto.
L'unica pecca è che avevo chiesto delle verdure grigliate di contorno che non mi sono arrivate, ma io non le ho neanche sollecitate visto che ero già pienamente soddisfatto.
Comunque se siete in zona vale la pena provarlo, noi siamo stati molto bene
Si tratta di un locale molto caratterstico e suggestivo, tutto ricavato in antiche grotte scavate nel tufo, che un tempo ospitava una bottega, quella del funaro appunto (colui che faceva le funi), in cui un attento restauro ha permesso di ricavare un bel locale, molto intimo e molto particolare.
Servizio ottimo e menù che, sulla carta, si presenta molto stuzzicante; comprende sia carne che pesce anche se la prevalenza è ovviamente sulle prime.
Iniziamo con due antipasti molto particolari: tortino di farro e porcini su crema di pecorino, e medaglioni di parmigiano con carpaccio di chianina e rucola. Gustoso e delicato il tortino, molto saporito il secondo; in particolare il carpaccio di chianina mi è piaciuto veramente, la carne era così morbida e l'abbinamento col parmigiano talmente gradevole da farmi tornare l'acquolina in bocca anche adesso che lo scrivo.
Per primo abbiamo assaggiato gli ombrichelli del funaro; si tratta di una pasta tipica fatta in casa, solo acqua e farina, tipo uno spaghetto grosso, condita con una salsa fatta con pomodoro, funghi e salsiccia mi pare, molto saporita, forse anche troppo, comunque buona.
Come piatto forte abbiamo ordinato filetto di chianina al tartufo e coniglio ripieno, entrambi veramente eccellenti. Il filetto era così tenero che si scioglieva in bocca, con il tartufo fresco a scagliettine sopra ed una salsina sempre al tartufo; il coniglio, ripieno con un mix di patate, fegato e non so cos'altro, era molto buono e saporito.
Il dolce l'ho preso solo io, sfondato come sempre... ho scelto una bavarese con scorze d'arancia e crema al gran marnier... squisito!!
Il tutto lo abbiamo mangiato accompagnato da un buon vino locale.
Abbiamo speso 76 € in tutto (con un 10% di sconto perché raccomandati dall'hotel dove dormivamo), che non mi pare una cifra esagerata, in considerazione della qualità del cibo e del servizio offerto.
L'unica pecca è che avevo chiesto delle verdure grigliate di contorno che non mi sono arrivate, ma io non le ho neanche sollecitate visto che ero già pienamente soddisfatto.
Comunque se siete in zona vale la pena provarlo, noi siamo stati molto bene
Avatar
Sono stato venerdì a vederlo. Una sola parola...
FAN-TA-STI-CO
Qualsiasi altro aggettivo non renderebbe bene l'idea. Raramente mi sono trovato alla fine di un film con la sensazione di aver visto qualcosa di indimenticabile, perché innovativo, coinvolgente ed appassionante.
Il nuovo film di James Cameron rappresenta sicuramente una svolta nel modo di fare cinema da un punto di vista tecnologico ma non solo; è l'attenzione al particolare, la cura del dettaglio nella ricostruzione di un mondo immaginario, il messaggio social-religioso che ci viene proposto, che ne fanno un film unico
Certamente la storia non riserva particolari colpi di scena, forse è fin troppo scontata nella sua evoluzione, ma ha una capacità di tenere lo spettatore incollato al video, forse anche per merito del tridimensionale che ti proietta quasi all'interno del film, che poche volte mi è capitato di provare, un coinvolgimento totale.
Metto il link al trailer, che tutti avranno ormai già visto, più che altro per rivedere alcune scene del film.
Buona visione a tutti.... io vi vedo!!
FAN-TA-STI-CO
Qualsiasi altro aggettivo non renderebbe bene l'idea. Raramente mi sono trovato alla fine di un film con la sensazione di aver visto qualcosa di indimenticabile, perché innovativo, coinvolgente ed appassionante.
Il nuovo film di James Cameron rappresenta sicuramente una svolta nel modo di fare cinema da un punto di vista tecnologico ma non solo; è l'attenzione al particolare, la cura del dettaglio nella ricostruzione di un mondo immaginario, il messaggio social-religioso che ci viene proposto, che ne fanno un film unico
Certamente la storia non riserva particolari colpi di scena, forse è fin troppo scontata nella sua evoluzione, ma ha una capacità di tenere lo spettatore incollato al video, forse anche per merito del tridimensionale che ti proietta quasi all'interno del film, che poche volte mi è capitato di provare, un coinvolgimento totale.
Metto il link al trailer, che tutti avranno ormai già visto, più che altro per rivedere alcune scene del film.
Buona visione a tutti.... io vi vedo!!
domenica 24 gennaio 2010
orvieto
L'altro ieri era il mio anniversario di matrimonio.... Tanti auguri!!!
Cinque anni, nozze di seta.... dicono....
Per festeggiare, io e mia moglie, ci siamo presi un giorno di ferie, vere ferie; quindi niente lavoro e niente bambina, e saimo andati a fare una girata ad Orvieto
Erano anni che si diceva di andarci, tutte le volte che ci si passava in autostrada e si vedeva lassù, appollaiata sulla rupe, si diceva... quando si va a vederla??
Così l'altro ieri abbiamo deciso e, dopo una rapida ricerca, abbiamo prenotato una camera all'Hotel Palazzo Piccolomini (approfittando anche di una promozione con sconto del 30% sulle tariffe). Siamo arrivati in mattinata e all'hotel ci hanno accolto con molta gentilezza, il personale si è premurato di telefonarci per spiegarci la strada per arrivare (in effetti muoversi in macchina per Orvieto è complicato), e poi si è preoccupato di portare la macchina al parcheggio riservato.
Apro una piccola parentesi in merito perché sul sito dell'hotel non ne fanno menzione; il parcheggio è privato e riservato ma è costato 10 € per un giorno.
Comunque l'accoglienza ci ha piacevolmente sorpreso. La camera era molto carina. Niente di eccezionale, un arredo austero probabilmente in armonia con la storia del palazzo, che fu fatto costruire dalla famiglia papale dei Piccolomini alla fine del XVI secolo, ma ben curato; insomma, pochi fronzoli ma molta attenzione, d'altronde sempre di un 4 stelle si tratta.
Abbiamo quindi fatto un giro per la città, purtroppo il freddo era molto pungente e non ci ha permesso di stare troppo in giro. Partendo da Piazza della Repubblica, cuore del centro storico, dove si possono ammirare la Chiesa di S. Andrea col suo campanile a pianta ottagonale ed il Palazzo Municipale, ci siamo mossi lungo Corso Cavour, la via principale, per poi deviare verso Piazza del Popolo, con l'omonimo palazzo; poi abbiamo puntato dritti verso l'attrazione principale della città: il Duomo.
E' sicuramente il simbolo di Orvieto e merita una visita attenta anche all'interno. Non mi starò a dilungare troppo sulle descrizioni architettoniche e delle opere che si trovano al suo interno, per quello c'è wikipedia, ma posso dire senza ombra di dubbio che ci troviamo davanti ad uno dei migliori esempi di quell'architettura gotica che, in epoca rinascimentale, ha riempito di arte il nostro paese.
Poi, sfidando il vento gelido, abbiamo percorso tutta la strada che scende fino alla rocca, pensando di andare a vedere il pozzo di San Patrizio.... enorme delusione... è a pagamento!! Vogliono 4,50 € per scendere un pacco di scalini e vedere praticamente il nulla, almeno immagino, visto che non ci siamo entrati.
Tornando indietro ci siamo fermati a pranzo al Ristorante Antico Bucchero, un buon ristorante dove abbiamo mangiato discretamente. Abbiamo preso ovviamente delle buone tagliatelle al tartufo (con grattugiata di tartufo fresco sopra veramente notevole) ed un misto di affettati di selvaggina dove c'erano lonzino di cinghiale e prosciutto di cervo, molto buoni e saporiti.
Dopo mangiato volevamo andare a vedere la città sotterranea ma purtroppo era chiusa, fino al 2 febbraio, pare che tutti gli anni chiuda in questo periodo, peccato!!
Dopo riposino riscaldante in albergo siamo usciti per fare un giretto di shopping ma, dato il freddo abbiamo deciso di infilarci al cinema a vedere Avatar (ne parlo qui), per chi non lo avesse ancora visto, andateci di corsa!!
A cena abbiamo approfittato di una convenzione tra l'hotel ed il Ristorante La grotta del funaro e siamo rimasti molto soddisfatti (la descrizione accurata della cena la trovate qui).
La giornata successiva, ieri, dopo aver goduto di una abbondante e ottima prima colazione in albergo, volevamo proseguire a gironzolare ma era davvero troppo freddo per stare fuori, quindi ci siamo diretti all'outlet Valdichiana a shoppingare un po' con i saldi... anche questo è un piacere che capita di rado, soprattutto di questi tempi.
Cinque anni, nozze di seta.... dicono....
Per festeggiare, io e mia moglie, ci siamo presi un giorno di ferie, vere ferie; quindi niente lavoro e niente bambina, e saimo andati a fare una girata ad Orvieto
Erano anni che si diceva di andarci, tutte le volte che ci si passava in autostrada e si vedeva lassù, appollaiata sulla rupe, si diceva... quando si va a vederla??
Così l'altro ieri abbiamo deciso e, dopo una rapida ricerca, abbiamo prenotato una camera all'Hotel Palazzo Piccolomini (approfittando anche di una promozione con sconto del 30% sulle tariffe). Siamo arrivati in mattinata e all'hotel ci hanno accolto con molta gentilezza, il personale si è premurato di telefonarci per spiegarci la strada per arrivare (in effetti muoversi in macchina per Orvieto è complicato), e poi si è preoccupato di portare la macchina al parcheggio riservato.
Apro una piccola parentesi in merito perché sul sito dell'hotel non ne fanno menzione; il parcheggio è privato e riservato ma è costato 10 € per un giorno.
Comunque l'accoglienza ci ha piacevolmente sorpreso. La camera era molto carina. Niente di eccezionale, un arredo austero probabilmente in armonia con la storia del palazzo, che fu fatto costruire dalla famiglia papale dei Piccolomini alla fine del XVI secolo, ma ben curato; insomma, pochi fronzoli ma molta attenzione, d'altronde sempre di un 4 stelle si tratta.
Abbiamo quindi fatto un giro per la città, purtroppo il freddo era molto pungente e non ci ha permesso di stare troppo in giro. Partendo da Piazza della Repubblica, cuore del centro storico, dove si possono ammirare la Chiesa di S. Andrea col suo campanile a pianta ottagonale ed il Palazzo Municipale, ci siamo mossi lungo Corso Cavour, la via principale, per poi deviare verso Piazza del Popolo, con l'omonimo palazzo; poi abbiamo puntato dritti verso l'attrazione principale della città: il Duomo.
E' sicuramente il simbolo di Orvieto e merita una visita attenta anche all'interno. Non mi starò a dilungare troppo sulle descrizioni architettoniche e delle opere che si trovano al suo interno, per quello c'è wikipedia, ma posso dire senza ombra di dubbio che ci troviamo davanti ad uno dei migliori esempi di quell'architettura gotica che, in epoca rinascimentale, ha riempito di arte il nostro paese.
Poi, sfidando il vento gelido, abbiamo percorso tutta la strada che scende fino alla rocca, pensando di andare a vedere il pozzo di San Patrizio.... enorme delusione... è a pagamento!! Vogliono 4,50 € per scendere un pacco di scalini e vedere praticamente il nulla, almeno immagino, visto che non ci siamo entrati.
Tornando indietro ci siamo fermati a pranzo al Ristorante Antico Bucchero, un buon ristorante dove abbiamo mangiato discretamente. Abbiamo preso ovviamente delle buone tagliatelle al tartufo (con grattugiata di tartufo fresco sopra veramente notevole) ed un misto di affettati di selvaggina dove c'erano lonzino di cinghiale e prosciutto di cervo, molto buoni e saporiti.
Dopo mangiato volevamo andare a vedere la città sotterranea ma purtroppo era chiusa, fino al 2 febbraio, pare che tutti gli anni chiuda in questo periodo, peccato!!
Dopo riposino riscaldante in albergo siamo usciti per fare un giretto di shopping ma, dato il freddo abbiamo deciso di infilarci al cinema a vedere Avatar (ne parlo qui), per chi non lo avesse ancora visto, andateci di corsa!!
A cena abbiamo approfittato di una convenzione tra l'hotel ed il Ristorante La grotta del funaro e siamo rimasti molto soddisfatti (la descrizione accurata della cena la trovate qui).
La giornata successiva, ieri, dopo aver goduto di una abbondante e ottima prima colazione in albergo, volevamo proseguire a gironzolare ma era davvero troppo freddo per stare fuori, quindi ci siamo diretti all'outlet Valdichiana a shoppingare un po' con i saldi... anche questo è un piacere che capita di rado, soprattutto di questi tempi.
giovedì 21 gennaio 2010
fotovoltaico... si, no, forse....
Da qualche mese mi frullava in testa l'idea di installare un impianto fotovoltaico a casa nostra. A dir la verità l'idea era venuta a mio babbo che, come sempre, una ne fa e cento ne pensa.
Così mi sono attivato ed ho cominciato ad informarmi scoprendo tutto un mondo poco reclamizzato, e non si capisce bene perchè (o meglio, lo si capisce benissimo il motivo); per esempio mi immagino che poche persone, al di fuori degli operatori di settore, sappiano che è stato istituito un ente, chiamato GSE (Gestore Servizi Energetici) che "acquista" ad un prezzo fisso, per venti anni, l'energia che tu produci, riconoscendoti quindi un incentivo che di fatto va a ripagare, nel giro di una decina di anni, il costo dell'intero impianto; non solo, ma l'energia che tu produci, oltre ad esserti pagata, la puoi usare, gratis, per la normale fornitura domestica, quindi azzeri anche il costo della bolletta, che vuol dire risparmiare qualche centinaio di euro l'anno.
Per questi motivi ci siamo pian piano resi conto che l'investimento era fattibile, senza un esborso economico rilevante ma anzi, alla lunga c'era pure il modo di guadagnarci.
Abbiamo preso contatti con varie ditte che realizzano impianti, ci siamo fatti fare preventivi di spesa e da tutti ricevevamo assicurazione che il Comune non pone particolari veti alla realizzazione degli impianti in quanto, a tutti i livelli istituzionali, dalla Regione fino agli Enti locali più piccoli, si incentiva l'uso di fonti energetiche rinnovabili.
E qui apro una parentesi.
Io vivo all'Antella, in una ex casa colonica situata in prossimità dell'autostrada. La zona è vincolata ai sensi dell'art. 136 lett. d) del D.Lgs. 42/04, in pratica il vecchio vincolo paesaggistico; questo comporta che qualunque autorizzazione o permesso per fare modifiche esterne all'edificio deve avere il nulla osta della Sovrintendenza. Per questo noi chiedevamo a tutte le ditte interpellate assicurazioni in merito.
Insomma, ed è storia di pochi giorni fa, eravamo pronti per affidare l'incarico ad una di queste ditte, ed avviare tutte le pratiche necessarie. Senonché abbiamo avuto lo scrupolo di telefonare all'ufficio tecnico comunale per verificare che non ci fossero brutte sorprese ad attenderci al varco. E come volevasi dimostrare, la brutta sorpresa ci è piombata addosso immediatamente....
"ci dispiace ma nelle zone con il vincolo paesaggistico è esclusa per legge la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici a terra".
Increduli abbiamo chiesto quali fossero gli estremi di legge e ci è stato risposto che è in fase di approvazione, da parte della Regione Toscana, il Piano paesaggistico a corredo del PIT (Piano di indirizzo territoriale).
Non ci potevo credere, la regione, che tanto si fa bella con documenti che incentivano l'uso di fonti di energia rinnovabile, pone un paletto così grosso su una fetta di territorio consistente che ricade neli vincoli paesaggistico?
Come sempre mi sono documentato ed ho scoperto una cosa davvero esilarante: il vincolo paesaggistico riferito alla zona dove c'è casa mia, risale ad un decreto ministeriale del 1967 che istituisce nella "fascia di territorio laterale dell'autostrada del sole sita nel territorio comunale di ... Bagno a Ripoli" il suddetto vincolo, con la motivaione che "la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, per le più varie formazioni orografiche, agrarie e forestali, unite a ricordi storici, alle espressioni architettoniche dei secoli passati che lasciarono nelle costruzioni ... documenti insostituibili della nostra vita nazionale, forma una serie di quadri naturali di compiuta bellezza godibili dall'intero percorso dell'Autostrada del Sole che l'attraversa".
In poche parole, non solo siamo costretti a subire l'autostrada come uno sfregio al paesaggio (come si può ben vedere dalla foto scatta dalla mia finestra), ma addirittura la stessa viene assimilata ad una strada panoramica che ti permette di ammirare il paesaggio circostante!!
Ma stiamo scherzando?
E' vero che negli anni sessanta forse era così, dato l'esiguo numero di veicoli che vi transitavano e la bassa velocità che potevano raggiungere le varie 500, 600 o 750 della Fiat; ma oggi? che senso ha mantenere un vincolo lungo l'autostrada dove ormai si sfreccia a 150 km/h?
Forse, visto la facilità di incolonnamenti, è più il tempo nel quale si viaggia a passo d'uomo e quindi si ha tempo di vedere il paesaggio, piuttosto che quello in cui si viaggia regolari; e poi, che senso ha mantenere i vincoli e, nello stesso tempo, costruire barriere anti-rumore ormai lungo quasi tutto il nastro autostradale?
Questi sono i misteri e i paradossi del nostro bel paese...
questa è l'Italia!
Insomma, se siete intenzionati a fare un impianto fotovoltaico, solare o anche eolico controllate prima di tutto di non ricadere in zone sottoposte a vincolo, altrimenti non cominciate nemmeno a pensarci.
N.B. Il Piano paesaggistico è ancora in fase di approvazione, hai visto mai che qualcuno non abbia la buona idea di fare una piccola modifica alle "strategie per il controllo delle trasformazioni".
Vedremo.
Così mi sono attivato ed ho cominciato ad informarmi scoprendo tutto un mondo poco reclamizzato, e non si capisce bene perchè (o meglio, lo si capisce benissimo il motivo); per esempio mi immagino che poche persone, al di fuori degli operatori di settore, sappiano che è stato istituito un ente, chiamato GSE (Gestore Servizi Energetici) che "acquista" ad un prezzo fisso, per venti anni, l'energia che tu produci, riconoscendoti quindi un incentivo che di fatto va a ripagare, nel giro di una decina di anni, il costo dell'intero impianto; non solo, ma l'energia che tu produci, oltre ad esserti pagata, la puoi usare, gratis, per la normale fornitura domestica, quindi azzeri anche il costo della bolletta, che vuol dire risparmiare qualche centinaio di euro l'anno.
Per questi motivi ci siamo pian piano resi conto che l'investimento era fattibile, senza un esborso economico rilevante ma anzi, alla lunga c'era pure il modo di guadagnarci.
Abbiamo preso contatti con varie ditte che realizzano impianti, ci siamo fatti fare preventivi di spesa e da tutti ricevevamo assicurazione che il Comune non pone particolari veti alla realizzazione degli impianti in quanto, a tutti i livelli istituzionali, dalla Regione fino agli Enti locali più piccoli, si incentiva l'uso di fonti energetiche rinnovabili.
E qui apro una parentesi.
Io vivo all'Antella, in una ex casa colonica situata in prossimità dell'autostrada. La zona è vincolata ai sensi dell'art. 136 lett. d) del D.Lgs. 42/04, in pratica il vecchio vincolo paesaggistico; questo comporta che qualunque autorizzazione o permesso per fare modifiche esterne all'edificio deve avere il nulla osta della Sovrintendenza. Per questo noi chiedevamo a tutte le ditte interpellate assicurazioni in merito.
Insomma, ed è storia di pochi giorni fa, eravamo pronti per affidare l'incarico ad una di queste ditte, ed avviare tutte le pratiche necessarie. Senonché abbiamo avuto lo scrupolo di telefonare all'ufficio tecnico comunale per verificare che non ci fossero brutte sorprese ad attenderci al varco. E come volevasi dimostrare, la brutta sorpresa ci è piombata addosso immediatamente....
"ci dispiace ma nelle zone con il vincolo paesaggistico è esclusa per legge la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici a terra".
Increduli abbiamo chiesto quali fossero gli estremi di legge e ci è stato risposto che è in fase di approvazione, da parte della Regione Toscana, il Piano paesaggistico a corredo del PIT (Piano di indirizzo territoriale).
Non ci potevo credere, la regione, che tanto si fa bella con documenti che incentivano l'uso di fonti di energia rinnovabile, pone un paletto così grosso su una fetta di territorio consistente che ricade neli vincoli paesaggistico?
Come sempre mi sono documentato ed ho scoperto una cosa davvero esilarante: il vincolo paesaggistico riferito alla zona dove c'è casa mia, risale ad un decreto ministeriale del 1967 che istituisce nella "fascia di territorio laterale dell'autostrada del sole sita nel territorio comunale di ... Bagno a Ripoli" il suddetto vincolo, con la motivaione che "la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, per le più varie formazioni orografiche, agrarie e forestali, unite a ricordi storici, alle espressioni architettoniche dei secoli passati che lasciarono nelle costruzioni ... documenti insostituibili della nostra vita nazionale, forma una serie di quadri naturali di compiuta bellezza godibili dall'intero percorso dell'Autostrada del Sole che l'attraversa".
In poche parole, non solo siamo costretti a subire l'autostrada come uno sfregio al paesaggio (come si può ben vedere dalla foto scatta dalla mia finestra), ma addirittura la stessa viene assimilata ad una strada panoramica che ti permette di ammirare il paesaggio circostante!!
Ma stiamo scherzando?
E' vero che negli anni sessanta forse era così, dato l'esiguo numero di veicoli che vi transitavano e la bassa velocità che potevano raggiungere le varie 500, 600 o 750 della Fiat; ma oggi? che senso ha mantenere un vincolo lungo l'autostrada dove ormai si sfreccia a 150 km/h?
Forse, visto la facilità di incolonnamenti, è più il tempo nel quale si viaggia a passo d'uomo e quindi si ha tempo di vedere il paesaggio, piuttosto che quello in cui si viaggia regolari; e poi, che senso ha mantenere i vincoli e, nello stesso tempo, costruire barriere anti-rumore ormai lungo quasi tutto il nastro autostradale?
Questi sono i misteri e i paradossi del nostro bel paese...
questa è l'Italia!
Insomma, se siete intenzionati a fare un impianto fotovoltaico, solare o anche eolico controllate prima di tutto di non ricadere in zone sottoposte a vincolo, altrimenti non cominciate nemmeno a pensarci.
N.B. Il Piano paesaggistico è ancora in fase di approvazione, hai visto mai che qualcuno non abbia la buona idea di fare una piccola modifica alle "strategie per il controllo delle trasformazioni".
Vedremo.
giovedì 14 gennaio 2010
Lin Zo Min
Ieri sera ho acceso la tv su Rai 1 verso le 20,30 per vedere la partita di coppa Italia e invece ho avuto la (s)fortuna di imbattermi nella faccia del direttore del tg1 Minzolini proprio nel bel mezzo di quello che lui chiama "editoriale".
Non sono solito guardare i tg alla televisione perchè ormai sono così deprimenti e poco credibili che preferisco evitarli, ma ormai ero lì ed ho voluto ascoltare, per la curiosità di vedere fino a dove può spingersi la faccia tosta di una persona.
Per chi non avesse avuto la mia stessa fortuna riassumo brevemente il contenuto del brillante discorsetto: Craxi è stato un grande statista, persona di alto lignaggio al pari di Papa Giovanni Paolo II (sig!) o Reagan, "costretto" all'esilio da magistrati politicizzati che hanno usato un'inchiesta come Mani pulite (che lui dice non abbia prodotto alcun risultato reale), per rovesciare il buon governo dell'Italia e gettare fango su una classe politica e dirigente che tanto bene aveva fatto fino ad allora.
Siccome sono abbastanza impreciso nella ricostruzione, metto anche il video per riascoltare le sue belle parole
ogni commento mi pare superfluo ma un urlo mi nasce dal profondo.....
MACCHECIPIGLIPERILCULOOOOOOOOO!!!!!!!
Questo soggetto pretende di leggere una vicenda con gli occhi della storia, omettendo di dire che il suddetto Craxi è stato CONDANNATO da un giudice, e non da un pm (perchè il riferimento a Di Pietro quando dice "magistrati scesi nell'agone politico" è abbastanza chiaro) e che sempre il suddetto personaggio non fu l'unico "mandato alla ghigliottina" ma fu senz'altro l'unico che fuggì all'estero, diventando a tutti gli effetti un latitante che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita da nababbo, in una villa da sceicco che non corrisponde certo ad una ghigliottina.
Trovo tutto ciò scandaloso; che un direttore di tg, per di più del tg1, che dovrebbe fornire un servizio pubblico a tutti noi abbonati e pagatori del canone, usi la televisione per diffondere una sua opinione personale (ma sarà davvero la sua opinione personale?), spacciandola per verità illuminante, è devastante per l'informazione, per di più se tale opinione rovescia di fatto la verità e sovverte il sentore comune su un periodo che ha aperto gli occhi e tolto il velo ad un malcostume che perdurava da decenni e che, purtroppo, è ricominciato come e più di prima.
D'altra parte, la domanda sorge spontanea.... ma chi ce l'ha messo?
E la risposta chiarisce tutto!!
Non sono solito guardare i tg alla televisione perchè ormai sono così deprimenti e poco credibili che preferisco evitarli, ma ormai ero lì ed ho voluto ascoltare, per la curiosità di vedere fino a dove può spingersi la faccia tosta di una persona.
Per chi non avesse avuto la mia stessa fortuna riassumo brevemente il contenuto del brillante discorsetto: Craxi è stato un grande statista, persona di alto lignaggio al pari di Papa Giovanni Paolo II (sig!) o Reagan, "costretto" all'esilio da magistrati politicizzati che hanno usato un'inchiesta come Mani pulite (che lui dice non abbia prodotto alcun risultato reale), per rovesciare il buon governo dell'Italia e gettare fango su una classe politica e dirigente che tanto bene aveva fatto fino ad allora.
Siccome sono abbastanza impreciso nella ricostruzione, metto anche il video per riascoltare le sue belle parole
ogni commento mi pare superfluo ma un urlo mi nasce dal profondo.....
MACCHECIPIGLIPERILCULOOOOOOOOO!!!!!!!
Questo soggetto pretende di leggere una vicenda con gli occhi della storia, omettendo di dire che il suddetto Craxi è stato CONDANNATO da un giudice, e non da un pm (perchè il riferimento a Di Pietro quando dice "magistrati scesi nell'agone politico" è abbastanza chiaro) e che sempre il suddetto personaggio non fu l'unico "mandato alla ghigliottina" ma fu senz'altro l'unico che fuggì all'estero, diventando a tutti gli effetti un latitante che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita da nababbo, in una villa da sceicco che non corrisponde certo ad una ghigliottina.
Trovo tutto ciò scandaloso; che un direttore di tg, per di più del tg1, che dovrebbe fornire un servizio pubblico a tutti noi abbonati e pagatori del canone, usi la televisione per diffondere una sua opinione personale (ma sarà davvero la sua opinione personale?), spacciandola per verità illuminante, è devastante per l'informazione, per di più se tale opinione rovescia di fatto la verità e sovverte il sentore comune su un periodo che ha aperto gli occhi e tolto il velo ad un malcostume che perdurava da decenni e che, purtroppo, è ricominciato come e più di prima.
D'altra parte, la domanda sorge spontanea.... ma chi ce l'ha messo?
E la risposta chiarisce tutto!!
lunedì 4 gennaio 2010
io & marilyn - parte seconda
BUON ANNO A TUTTI QUANTI
Per iniziare bene l'anno sono andato a vedere il film di Leonardo Pieraccioni, "Io & Marilyn". Avevo la curiosità di vederlo per due motivi: il primo è che a me Pieraccioni fa ridere, per cui un nuovo suo film lo vedo sempre volentieri; il secondo è che alcune scene le hanno girate proprio davanti a dove lavoro io. Infatti, i soliti tre lettori che leggono questo blog, si ricorderanno che l'estate scorsa avevo scritto un post in cui dicevo di aver assistito a questo "evento", in quanto la bottega del cannolo gioioso l'avevano approntata proprio in via San Gallo, di fronte al palazzo del Genio Civile (che infatti si intravede in alcune riprese). Per questo ero curioso di vedere le scene a cui avevo assistito in prima persone come risultavano dopo tutto il lavoro di montaggio e taglio.
Comunque il film è carino, fa ridere "alla Pieraccioni", nel senso che il marchio di fabbrica è inconfondibile; ci sono gag che strappano la risata, una contrapposizione Firenze-Napoli con la bella partecipazione di Biagio Izzo e poi.... il Ceccherini che muove la testa per tirare su il ciuffo biondo fa schiantare!!
Io lo consiglio per passare una serata divertente e spensierata, non uscirete certo dal cinema con la sensazione di aver capito tutto della vita, però neanche con il rimpianto di aver buttato via i soldi.
Ecco il trailer
Per iniziare bene l'anno sono andato a vedere il film di Leonardo Pieraccioni, "Io & Marilyn". Avevo la curiosità di vederlo per due motivi: il primo è che a me Pieraccioni fa ridere, per cui un nuovo suo film lo vedo sempre volentieri; il secondo è che alcune scene le hanno girate proprio davanti a dove lavoro io. Infatti, i soliti tre lettori che leggono questo blog, si ricorderanno che l'estate scorsa avevo scritto un post in cui dicevo di aver assistito a questo "evento", in quanto la bottega del cannolo gioioso l'avevano approntata proprio in via San Gallo, di fronte al palazzo del Genio Civile (che infatti si intravede in alcune riprese). Per questo ero curioso di vedere le scene a cui avevo assistito in prima persone come risultavano dopo tutto il lavoro di montaggio e taglio.
Comunque il film è carino, fa ridere "alla Pieraccioni", nel senso che il marchio di fabbrica è inconfondibile; ci sono gag che strappano la risata, una contrapposizione Firenze-Napoli con la bella partecipazione di Biagio Izzo e poi.... il Ceccherini che muove la testa per tirare su il ciuffo biondo fa schiantare!!
Io lo consiglio per passare una serata divertente e spensierata, non uscirete certo dal cinema con la sensazione di aver capito tutto della vita, però neanche con il rimpianto di aver buttato via i soldi.
Ecco il trailer
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